Chi sono gli arrestati di oggi nell’operazione Caronte? Tra di loro c’è anche lui, Ignazio Pilloni, conosciutissimo sindacalista Rsu del Brotzu, che causalmente qualche settimana fa aveva dato le dimissioni dall’incarico. Era stato eletto nel 2015 con ben 38 voti nelle elezioni interne, nella lista della Cgil Fp. Anche lui dunque nella rete degli arrestati dell’operazione Caronte. Questi gli sviluppi dell’inchiesta. LE AGENZIE venivano agevolate in vari atti: “nella vestizione delle salme”, ad esempio, permettendo loro di “incassare” i soldi (in un apposito salvadanaio) per il defunto. Ciò sarebbe avvenuto, peraltro, ancor prima del tempo previsto dal regolamento di polizia mortuaria. Insomma, non prima di 15 ore dal decesso, come stabiliscono le regole, accelerando di conseguenza “la relativa prassi burocratica, mettendo a disposizione la camera mortuaria più grande”. Non solo: segnalando, all’occorrenza ai parenti dei morti, le agenzie “amiche” alle quali rivolgersi. Tutto ha un prezzo ed in tal caso, nessuno faceva niente per niente. Infatti avevano luogo compensi in denaro: tra poche decine di euro a diverse centinaia (anche 200 euro) per un servizio funebre, stimato però “su alcune migliaia all’anno”. Ed i necrofori intascavano. Mettevano in tasca un “secondo stipendio”. Stimato dai 1.000 a 1.500 euro al mese. Il giro d’affari complessivo? Mezzo milione di euro.