Il 9 ottobre del 2018 sarebbe dovuto essere il giorno della sua rinascita. Aveva 47 anni, un lavoro sicuro come tappezziera e tanta voglia di riprendersi in mano la vita. Peccato che Monica Monaco sia uscita da un incubo per piombarne subito in un altro: “I medici avevano scoperto una massa anomala, un lemiosarcoma uterino molto aggressivo. Avevo perso 17 chili in 45 giorni”. Operazione eseguita con successo ma arrivano i dolori lancinanti: “Ogni santo giorno, sempre nella zona dello stomaco. Dopo sei mesi sono stata ricoverata nell’ospedale della mia città, Alghero. Mi hanno somministrato oppiacei anche molto forti come il Tardin. Dopo due anni ho dovuto interrompere la cura, i dolori sono ritornati subito e in tutto questo tempo tra visite e farmaci ho speso trentamila euro”. Rimborsi? Nemmeno l’ombra, a quanto pare: “Ho girato vari ospedali, finendo due volte al Niguarda. Lì mi hanno piazzato un neo modulatore sacrale, col risultato che oltre ai dolori ero come immobilizzata, alla fine me l’hanno tolto”.
Il Cup è uguale a provare a fare una chiamata nel deserto: “Non ci sono mai posti per le visite, nella maggior parte dei casi prima di un anno. Sto malissimo, non esco più di casa per colpa di una grave depressione e ho una invalidità dell’ottantacinque per cento. La mia vita è stata stravolta da una sanità pubblica assente, prendo 350 euro di reddito di cittadinanza e 390 di disoccupazione, ogni mese devo versarne 500 per l’affitto di casa. Una settimana fa sono dovuta andare a fare una visita urologica, a pagamento, a Decimomannu”. E da Alghero i chilometri di distanza sono tanti. Non ce la fa più, Monica Monaco: “Non voglio più pagare per delle cure che mi spettano a costo zero dalla Regione”.












