“Inidonea relativa”. Due parole che, se agli occhi di tanti possono sembrare innocue, a quelli di Emanuela Cappai, 54enne di Nuraminis, hanno l’effetto di essere stata schiacciata da un tir. La donna convive con la sclerosi multipla da ventisette anni e, negli ultimi sette, ha sempre insegnato. Ultima cattedra? Quella di matematica, storia, geografia e scienze nella classe quinta dell’istituto comprensivo Pusceddu di Villasor. I suoi bambini vanno nel plesso staccato di Nuraminis e, da qualche giorno, non possono più contare sui suoi insegnamenti. La sua carriera è stata stroncata all’improvviso: “Il dirigente scolastico, tramite il medico della scuola, mi ha mandato da una commissione medica di verifica a Cagliari. Nel giro di mezz’ora hanno stabilito che fossi inidonea all’insegnamento. Vuol dire che non posso stare in classe perchè ci sarebbero pericoli, mentre potrei svolgere altri lavori all’interno dell’istituto”. Quali? “Saperlo sarebbe bellissimo, nessuno me l’ha mai detto”. Ma di lasciare libri e registri lontani da lei, maestra Emanuela, non ci pensa neanche per un istante: “Sono entrata in ruolo due anni fa, grazie alle liste protette e alle leggi 68 e 104”, racconta a Casteddu Online. “Insomma, quando mi hanno assunta sapevano già che rientravo in una fascia protetta proprio per la mia malattia”. La 54enne, sposata e con un figlio, si sente quasi derubata di un qualcosa che era la sua normalità: “Insegnare, stare con i miei splendidi alunni. Non ci sono mai stati problemi tra me e loro”.
Ha deciso di non firmare il nuovo foglio che la porterebbe a svolgere un’altra mansione “e a lavorare anche più ore, trentasei contro le attuali ventiquattro. Mi sono rivolta al sindacato per fare ricorso, farò lo stesso anche con un avvocato. Voglio che continuino a garantirmi tutto ciò che mi spetta perchè sono un insegnante con disabilità. Posso continuare tranquillamente a fare il mio lavoro, chi pensa che la sclerosi multipla possa bloccarmi si sbaglia. E di grosso. Intanto, in attesa di avere giustizia, devo passare le giornate chiusa in casa perchè sono stata messa in malattia d’ufficio. Ciò che mi dà forza e mi rincuora sono i miei alunni, tantissimi hanno già bussato al mio campanello per dirmi che sentono la mia mancanza”.