Commercio in città. La nuova stagione in arrivo non si apre certo all’insegna dell’ottimismo. I mostri sono tanti. La diffusione dei centri commerciali nell’hinterland e in periferia, la concorrenza spietata del commercio on line e soprattutto il potere d’acquisto sempre più debole delle classi medie. Poche la strategie di battaglia. Anzi. Ora c’è l’incubo dell’aumento, già annunciato, dell’iva che potrebbe dare la mazzata finale.
Servirebbero dunque politiche nazionali di rilancio dell’economia. Perché le politiche degli enti locali, quelle degli eventi e della riqualificazione degli spazi urbani (anche con le pedonalizzazioni) hanno garantito buoni incassi alla ristorazione, ai bar e ai locali, mentre la vendita dell’abbigliamento non ha registrato risultati apprezzabili. “Come Notti colorate ad esempio”, chiarisce Davide Marcello di Confesercenti Cagliari, “certo va bene, anche se la formula che potrebbe essere rivista. Ma se anche l’amministrazione dovesse fare un evento al giorno per il mondo dell’abbigliamento cambierebbe poco. Ci guadagna solo il food. Quello che serve è l’aumento della capacità di spesa da parte delle classi medie. Fino a qualche decina di anni fa tante persone arrivavano da fuori città e anche dal Sulcis per comprare gli abiti in centro. Questo fenomeno ormai si è praticamente estinto. E ora l’incubo è l’aumento dell’iva che farebbe schizzare i prezzi alle stelle e mettere in fuga gli acquirenti”.
Confcommercio si riunirà venerdì per definire nuove strategie. “Le Notti colorate si sono rivelate un flop”, attacca Pierluigi Mannino, commerciante, esponente di Confcommercio e consigliere comunale di opposizione ( gruppo #Cagliar16), “serve creare un progetto serio. Individuando i prodotto da vendere cioè il “prodotto Cagliari”, individuando le giuste strategie, magari portando in città i turisti che sono in vacanza sulla costa convincendoli a vivere Cagliari (realizzando eventi) la notte), studiando delle tessere sconto per acquistare abbigliamento o per bar e ristoranti”.











