Francesco Mario Nettuno, Enrico Lepuri, Alan Pilia, Pier Francesco Pisano e Andrea Argiolas, si erano divisi i ruoli. Ognuno di loro aveva un compito prestabilito, una catena di montaggio che realizzava atti di violenza oltre ogni limite, volti ad intimidire ed ottenere tutto presto e facilmente. Il loro obiettivo era la droga, sia da acquistare che da vendere. Per hashish, marijuana e cocaina, erano disposti a tutto. Anche ad impugnare la pistola e rapinare due anziani per ottenere immediata liquidità da spendere. Uno di loro si trovava già in carcere quando, oggi, sono arrivati gli arresti per i suoi quattro complici.
Con un’età dai 25 ai 38 anni, i componenti della banda finita oggi in manette nel corso del blitz dei carabinieri, di “esperienza” ne avevano messa molta da parte. Nel dettaglio, in base alla ricostruzione degli investigatori, sarebbero stati Nettuno e Lepuri, 28 e 25 anni, ad organizzare la rete dello spaccio della sostanza stupefacente. Abitavano nelle case popolari di via Lussu, a Selargius, la zona che, insieme a quella di Monserrato, si era trasformata in un vero e proprio crocevia di vendita al dettaglio della droga. Secondo quanto emerge dalle indagini, il gruppo, bene organizzato nel coprire la vasta area, sarebbe riuscito a piazzare oltre un chilo di droga a settimana. Un business che faceva gola anche al titolare di un autolavaggio di Selargius, un ragazzo di 28 anni per il quale il magistrato ha disposto l’obbligo di dimora.
Alan Pilia, 36 anni, si trovava invece già dietro le sbarre. Qualche anno fa aveva già avuto problemi con la giustizia. Nato a Cagliari ma residente a Olbia, comprava le dosi per spacciarle poi in Gallura e a dicembre 2012 si sarebbe allontanato senza saldare il debito. Lepuri e Nettuno lo avrebbero rintracciato e poi minacciato pesantemente, promettendogli ritorsioni anche contro la famiglia, tanto che il 36enne per saldare sarebbe arrivato a proporre di rapinare due anziani per recuperare il denaro. Ma il colpo fu mandando in fumo dall’attività dei carabinieri.
E così, la banda specializzata nello spaccio, aveva escogitato ogni metodo per accumulare più “roba” possibile e ricevere pagamenti immediati. I cinque non esitavano a minacciare gli acquirenti, arrivando anche a bruciare loro l’auto o a sparare contro le saracinesche di negozi e bar pur di ottenere il pagamento delle dosi. Le indagini dei carabinieri sono iniziate nel agosto 2012 e si sono concluse nell’aprile del 2013: i carabinieri sono riusciti ad accertare decine di episodi di spaccio, alcuni anche a minorenni. Nel corso della perquisizione in casa dei pusher, sono stati sequestrati 50 grammi di droga, oltre duemila euro in contanti, un manganello-torcia e una particolare torcia elettrica trasformata in uno trituratore portatile per preparare le varie dosi anche in strada, quando incontravano i clienti.













