Quattrocento carcasse d’auto ritirate delle strade e dagli sterrati cittadini in due anni. Vetture guaste o in disuso appartenenti a cafoni che, invece di rottamarle nel modo appropriato, preferiscono disfarsene, abbandonandole negli spazi pubblici, creando situazioni di degrado.
Ne restano ancora circa un centinaio in città. Nell’ultimo anno l’attività della polizia municipale ha consentito il recupero di 124 carcasse d’auto, la maggior parte delle quali concentrata nel quartiere di Sant’Elia, dove si configurava una situazione sostanzialmente grave e dove il lavoro è ancora in corso, nei limiti delle capacità economiche disponibili. Ma il fenomeno riguarda anche via San Paolo e quasi tutti i rioni cittadini. I dati sono emersi nel corso di una delle ultime sedute della commissione Igiene del suolo.
“All’ inizio della consiliatura eravamo invasi dalle carcasse d’auto”, ha spiegato Raffaele Onnis, Riformatori, presidente della commissione Igiene del suolo, “erano lì da decenni. Si tratta di procedure complesse perché le attività richiedono un lavoro di intelligence da parte dei servizi sulla proprietà o sulle assicurazioni. Oppure vengono abbandonate in ambiti privati o comunque non di competenza comunale. Ci siamo rimboccati le maniche e in 2 anni 400 veicoli rimossi e portati alla rottamazione. Oltre al lavoro di rimozione”, conclude, “l’amministrazione ha portato avanti un minuzioso lavoro di bonifica”.
“Il servizio era stato messo in piedi da Emilio Floris”, ha replicato nel corso della seduta Fabrizio Marcello, Pd, “e tra alti e bassi, c’è sempre stato”. Il consigliere ha chiesto che il servizio rimozione della auto venga separato dal servizio rimozione generale.









