Non c’è solo il Covid, a Cagliari e in Sardegna, ma ormai il virus tiene banco ovunque e riesce, purtroppo, a spazzare via le altre emergenze. Come quelle dei nefropatici e degli emodializzati, bisognosi di fare dialisi ma, praticamente, tagliati fuori per la carenza di personale e, in parallelo, per i posti letto, ormai saturi ovunque. La parola “emergenza” accomuna gli sos di Bruno Denotti, presidente dell’Asnet Sardegna, e di Annibale Zucca, numero uno dell’Aned. Migliaia di sardi tra cure a rischio e problemi di salute, ulteriori, legati proprio al “maledetto” Coronavirus: “Non ci sono più posti disponibili per la dialisi per i pazienti col Covid, i reparti sono saturi. Se arriva un altro paziente non si sa dove dializzarlo”, dice Denotti, “i posti letto sono al completo e manca il personale. La situazione è drammatica, bisogna poter assicurare la terapia a chi deve fare la dialisi, si tratta di un salvavita, non può essere saltata”. L’emergenza regna, soprattutto “al Santissima Trinità. Si è ingigantita per via del virus, molti operatori sono positivi e altri posti, al Binaghi, sono inutilizzabili perchè non ci sono gli infermieri a disposizione per fare i trattamenti. Al Brotzu, ogni lunedì e martedì, fanno i tamponi a tutti i dializzati: se si trova un altro positivo non si sa dove mandarlo”.
Annibale Zucca condivide tutte le preoccupazioni e lamentele: “Situazione drammatica. Domenica mattina, in videoconferenza col comitato regionale, ho constatato che dal Sassarese all’Ogliastra e dal Cagliaritano al Sulcis tutti i centri dialisi hanno gli stessi problemi causati dalla pandemia. Da Cagliari abbiamo ricevuto una lettera dal responsabile del reparto di Is Mirrionis, ci sono 16 casi di pazienti positivi ed emodializzati. Siccome i posti sono limitati devono essere isolati, sennò avviene il contagio a tutti gli altri”, osserva Zucca. “I positivi dovrebbero essere tutti ad Is Mirrionis, visto che l’ospedale è deputato al Covid. Manca anche il personale, un altro problema che ci assilla da tempo. In Sardegna ci sono 1400 emodializzati e decine di migliaia di nefropatici: tutti si recavano negli ambulatori nefrologici, ora non più perchè sono state anche ridotte le visite”.