Monserrato, le lacrime della famiglia del 36enne morto: “Jonathan in Thailandia aveva trovato lavoro e felicità”

Una nuova vita a Phuket, tra affitti di scooter e turisti portati in hotel e ristoranti, le serate in discoteca e una fidanzata thailandese. Jonathan Pireddu si era realizzato a migliaia di chilometri da casa, due giorni fa l’incidente fatale con la moto. Lascia la mamma, Gabriella Scalas, la sorella Denise e il papà Massimo: “Era andato via dalla Sardegna perchè non aveva trovato lavoro, in Thailandia si era realizzato: è sempre stato molto attento alla guida, è una tragedia senza senso. Ci ha chiamato poche ore prima di morire. Faremo di tutto per riportarlo qui”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

È immobile nel divano di casa, fissa il vuoto e piange, piange tanto Massimo Pireddu. È inconsolabile, ed è pienamente capibile, il padre di Jonathan Pireddu, il 36enne di Monserrato morto in un terribile incidente con la moto a Phuket, in Thailandia. “Ci aveva telefonato due giorni fa, poche ore prima di morire”. Poche parole: “Qui è tutto a posto, torno presto”. Quel presto l’aveva già tradotto in realtà, il giovane: sarebbe dovuto arrivare in Sardegna i primi di aprile, per stare un po’ con la sua famiglia: “Aveva detto che non c’erano più turisti russi, in Thailandia, e che quindi non c’era tanto movimento”. Jonathan lavorava nel settore turistico, infatti: affittava scooter e portava i vacanzieri in hotel e ristoranti, ottenendo poi una percentuale da parte dei titolari dei locali. Amava il mare, aveva trovato l’amore, fidanzandosi con una thailandese. In due parole: era felice. “Un ragazzo troppo buono, aiutava tutti e aveva un cuore davvero grande. Era andato in Thailandia la prima volta cinque anni fa, qui a Monserrato non aveva trovato lavoro e non vedeva un futuro”. E allora, biglietto per il paese asiatico e tanta voglia di mettersi in gioco. Si era costruito il suo mondo, tra le spiagge thailandesi e i paesini anche distanti dalla costa. Due sere fa la tragedia, l’incidente mortale con la sua moto. Uno schianto pauroso, “è andato a sbattere contro un masso. Mio figlio era sempre attento alla guida, è una tragedia senza senso”, dice ancora Massimo Pireddu, con accanto la moglie Gabriella Scalas e l’altra loro figlia, Denise. Una famiglia sconvolta, distrutta, annientata nell’animo da un tragico destino”. Tornava a casa almeno due volte l’anno, per stare insieme a quel padre che, dopo tanti anni nell’edilizia, oggi è già in pensione, a 60 anni, “perchè ho avuto un incidente e sono invalido” e la madre, “casalinga e impiegata per due o tre mesi all’anno in una lavanderia industriale”. “In Thailandia aveva trovato lavoro e felicità, me lo diceva sempre: papà, qui lavoro e mi diverto. Era benvoluto da tantissime persone sia lì sia in Indonesia, ci sapeva fare e aveva sempre voglia di imparare e mettersi in gioco”.
La famiglia ha già avviato l’iter per poter portare la salma di Jonathan a Monserrato: “Ci stiamo dando da fare e ci stiamo facendo aiutare per fare il possibile, speriamo di poterlo riabbracciare in tempi rapidi”. Sconvolta anche la zia di Jonathan, Efisia Pireddu, e la cugina del giovane, Jessica: “Era felice, amava la vita. Non potremo mai toglierci dalla testa il suo sorriso e la sua spensieratezza. Amava vivere sereno, tra Phuket e Patong aveva trovato il suo equilibrio”. E un ricordo arriva anche da Bali, in Indonesia. Carlo Gasbarri, italianissimo, “sono di Cagliari”, gestisce una pizzeria e, sino a qualche anno fa, era a capo di un hotel proprio in Thailandia: “Jonathan, per me, sarà sempre ‘Jonnysceddu su pippiu’. Sapeva farsi volere bene, aveva una grande voglia di lavorare. Aveva imparato l’inglese, su mio consiglio, e un po’ di thailandese. Riusciva a dialogare con molti turisti, indirizzandoli nei locali e negli hotel e facendosi dare una piccola percentuale su ogni cliente portato. Era innamorato del mare, qui bastano una magliettina, pantaloncini e un paio di ciabatte per girare dalla mattina alla sera. Siamo anche partiti per una vacanza, nel 2019, a Singapore. Jonathan, per me, è stato come il figlio maschio che non ho mai avuto”.


In questo articolo: