Monserrato, in piedi o seduti sulle scale fuori dal pronto soccorso: “Attese lunghissime anche se arrivi col 118”

Al Policlinico le scelte sono due: o seduti nel muretto o sugli scalini. E le attese? “Lunghe, purtroppo”. C’è chi attende notizie del fidanzato “che ha avuto un incidente sul lavoro, aspetta di essere visitato”, chi è arrivato da Vallermosa “per un grave glaucoma” e chi, arrivato alle 19:30, alle undici attende comunicazioni sulla moglie “colpita da una labirintite appena arrivata all’aeroporto di Elmas”


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Se Cagliari non può ridere, Monserrato la segue a ruota per quanto riguarda la sanità. Meglio, le attese al pronto soccorso. Al Brotzu c’è un gazebo e qualche panchina, e si spera di essere accolti quanto prima per non mangiare polvere e soffrire per il caldo. Ai bordi della Ss 554 non va sicuramente meglio. Si attende o seduti su un muretto o sui tre scalini accanto alla porta del pronto soccorso. Ogni tanto esce una guardia giurata, controlla se ci sono nuovi arrivi, poi rientra. E il tempo, e le ore, passano. C’è chi è arrivato accompagnato da un proprio caro, ma anche chi è stato portato con l’ambulanza del 118. Poco cambia, i tempi di attesa non sono certo bassi. “Il mio fidanzato è arrivato alle 9, sono quasi le undici e non è stato ancora visitato. Ha avuto un incidente sul lavoro, probabilmente ha una mano fratturata, l’hanno portato in ambulanza”, spiega una 26enne di Barrali. “È ancora seduto lì, in attesa e dolorante”. C’è anche la madre del giovane: “C’è solo lui, gli altri li hanno fatti entrare e non capiamo il perchè. Servirebbero anche più dottori nei pronto soccorso”. E la fidanzata del futuro paziente del Policlinico racconta un aneddoto: “Un mese fa sono stata ricoverata al Brotzu, non c’erano posti in Medicina Generale e mi hanno trasferita in un altro reparto”.
Un 79enne di Vallermosa attende notizie dalla moglie, di dodici anni più giovane: “Ha avuto un grave glaucoma, il medico di famiglia ci ha detto di venire all’ospedale. Attendo, non posso fare altrimenti”. E un 65enne di Villacidro, invece, riesce a battere almeno il record odierno: “Arrivato qui con mia moglie, portata dal 118 appena atterrata a Elmas per una grave labirintite, alle 19:30. È stata visitata alle 3, ha poi fatto un primo esame ma, a 15 ore di distanza dal nostro arrivo, non si sa ancora cosa ne sarà di lei. Non si può andare avanti così, è anche stupido dirlo. Non è un pronto soccorso, è un dopo soccorso. Il soccorso? Quando verrà verrà”. E una guardia giurata, tra una chiacchiera e l’altra con chi attende il proprio turno o di ricevere news da questo o quel parente, afferma: “Qui arrivano le ambulanze, a volte si fanno 5, 6 o sette ore con il paziente perchè non possono scaricarlo. Qualcuno per il tampone, qualcun altro perchè non c’è disponibilità all’ingresso. Ci sono tanti motivi”.


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