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Quale utilizzo sarà dato all’ex Scuola di Polizia Penitenziaria di Monastir? Un problema attuale, con polemiche vecchie, datate con carta bollata dai Sindacati a suo tempo, vicende ancora attuali, anche dopo le polemiche di queste settimane sull’eventuale utilizzo della struttura come “sito per i migranti stranieri”. Struttura inadeguata e problemi di ordine pubblico e sanitario, aveva anche evidenziato il sindaco di Monastir, Luisa Murru, a nome dell’amministrazione comunale da lei guidata. Con il faccia a faccia proprio qualche giorno fa, a Piazza Palazzo a Cagliari, col Prefetto Giuliana Perrotta, per capire quale eventuale valvola di sfogo potesse avere il sito in località “Su Friagu” con le vicende legate ai profughi.
Ma c’è di più, a suo tempo, anche i sindacati sollevarono il tono della voce, richiamando Ministero e Istituzioni ad un razionale utilizzo dell’ex scuola dopo le dismissioni: «Le OO.SS. della Polizia Penitenziarie – afferma Michele Cireddu, segretario regionale Uil-Pa Penitenziari – avevano cercato di scongiurare la chiusura della scuola di formazione di Monastir, anche con diverse manifestazioni di protesta dove avevano partecipato numerosi cittadini riuniti in appositi comitati spontanei. In particolare la UIL aveva proposto ai vertici dell’Amministrazione di rilanciare l’utilizzo della citata scuola, creando un vero e proprio polo di formazione interforze. Si sarebbe potuta sfruttare l’enorme potenzialità del centro di formazione, dove oltre alle aule polifunzionali si poteva sfruttare un poligono a cielo chiuso ed una caserma dove ospitare il personale. Oltre ad evitare dispendiose missioni per le FF.OO. per recarsi a frequentare i corsi di formazione nella penisola, avrebbe potuto rappresentare un importante presidio di sicurezza in una zona dove, giova ricordarlo, sono presenti diverse ed importantissime attività commerciali. UN altro fattore che poteva indurre ad accettare la proposta della UIL era il fatto che un centro di formazione di tale portata rappresenta un importante indotto per l’economia dei paesi limitrofi e poteva conservare i posti di lavoro per gli addetti alle manutenzioni e per la mensa. Il problema ritorna di estrema attualità, soprattutto dopo i recenti attentati terroristici che inducono le Forze di Polizia a frequentare dei corsi per contrastare eventuali attacchi terroristici nel nostro paese».