Mistero a Selargius: “6 persone si sono spacciate per finanzieri e mi hanno rubato le chiavi”

Un gruppo di persone perquisisce la casa dove vive un giovane: “Siamo della Guardia di Finanza”. Al giovane non sarebbe stato mostrato nessun tesserino: “Non erano in divisa e non mi hanno lasciato nessun documento, sapevano solo il mio nome. Hanno messo a soqquadro tutte le stanze: sono incensurato e non ho mai avuto problemi con la giustizia”


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“Salve, siamo della Guardia di finanza e dobbiamo effettuare una perquisizione alla sua abitazione”. È la frase che, stando alla denuncia presentata alla caserma delle Fiamme Gialle di viale Diaz, è stata detta ad un 26enne residente a Selargius, da una donna alta un metro e settanta, bionda, di circa quarant’anni, con una pettorina gialla sopra i vestiti. Da quel momento, la vita del giovane è stata stravolta per circa quindici minuti: cinque uomini hanno controllato ogni angolo dell’abitazione nella quale vive in affitto da più di due anni con la sorella e un altro inquilino, in una strada abbastanza centrale di Selargius, andando via con due mazzi di chiavi. Il fatto è capitato ieri, giovedì 29 settembre: “Alle 13:40 ho sentito il citofono. Siccome la cornetta non funziona mi sono affacciato e ho notato una donna con una pettorina gialla, simile a quelle dei postini. Sono sceso ad aprire il portone, pensando di dover ritirare della corrispondenza”. Ma non si trattava di una postina: “Mi ha chiesto se fossi io”, racconta nella denuncia il ventiseienne, “e, nel frattempo, ha impedito la chiusura del portone”. Dopo avermi detto di essere una finanziera si sono materializzate “cinque persone, tutti uomini. Nessuno ha esibito le tessere militari di riconoscimento, da me nemmeno richieste perchè ero in preda al panico. Parlavano tutti italiano, tre avevano un chiaro accento sardo, uno avrà avuto trent’anni, gli altri 50. Siamo saliti nell’appartamento e hanno iniziato a perquisirlo”. Il giovane è rimasto in silenzio, senza proferire una sola parola: “Ero molto agitato, ma perchè è la mia natura. Tra l’altro, non so come facessero a sapere solo il mio nome, visto che nell’etichetta del citofono non c’è. Sono incensurato, non ho mai avuto problemi con la giustizia”, aggiunge.
“Nel frattempo è arrivata anche mia sorella. I cinque hanno continuato a mettere a soqquadro tutte le stanze, senza danneggiare nulla”. Sono stati i presunti finanzieri a rivolgere al ragazzo varie domande: “Mi hanno chiesto di dove fossi, se lavorassi, se avessi contanti, se fosse ancora viva la mamma del proprietario di casa. A mia sorella hanno chiesto che scuola frequentasse e in che anno fosse inserita”. Poi, il gruppo di persone, “in borghese, ripeto”, se n’è andato: “Non mi hanno rilasciato nessun documento sull’attività eseguita. Ho controllato e ho notato che mancavano due mazzi di chiavi, quelle che aprono il portoncino, il portone esterno e anche quelle della casa di Burcei dove vivono i miei genitori e di mia nonna, residente a Cagliari”. Il ragazzo, dopo qualche ora, si è presentato nella caserma delle Fiamme Gialle di viale Diaz, formalizzando una denuncia per “sostituzione di persona” e “furto”. Sarà compito degli investigatori delle Fiamme Gialle svolgere tutte le indagini del caso.


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