“Mia mamma in coma trattata come un pacco, l’hanno portata dal Brotzu a Capoterra senza avvisarci”

La donna, Annamaria Murtas, 61 anni, da aprile è in coma. Qualche settimana fa viene ricoverata nel più grande ospedale della Sardegna, giovedì scorso il trasferimento in una Rsa. Il figlio Simone: “Nessuno ci ha avvisati, abbiamo scoperto tutto dopo 48 ore. Mio padre ha visto il letto vuoto nel reparto, ha pensato che fosse morta e stava per avere un infarto”. E dal Brotzu spiegano: “È possibile che ci sia sfuggita la telefonata, ci scusiamo”


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Trasferita dal Brotzu all’Rsa Gersia di Capoterra, in totale sicurezza ma senza che nessuno, dall’ospedale più grande della Sardegna, avvertisse i parenti. Che hanno scoperto tutto “dopo quarantotto ore di silenzio”. È quanto è avvenuto, in estrema sintesi, tra giovedì e sabato scorso ai familiari di Annamaria Murtas, casalinga 61enne di Cagliari, residente nella Municipalità di Pirri. La donna, come racconta il figlio Simone Etzi, “dalla prima settimana di aprile lotta dopo aver avuto un aneurisma cerebrale. Purtroppo è entrata in coma e, periodicamente, ha bisogno di trasfusioni di sangue. Dopo esser passata nelle Rianimazioni di Oncologico e Brotzu è stata portata alla residenza sanitaria assistita Gersia di Capoterra”. Da lì, a fine luglio, però, “avviene il trasferimento nel reparto di Medicina 2 del Brotzu. I medici le hanno fatto le trasfusioni e giovedì scorso, visto che è considerata una paziente stabile nella sua gravità e visto che il reparto non è uno di quelli per le lungodegenze, l’hanno riportata a Capoterra”. Tutto bene? Non proprio: “Nessuno ci ha avvisati del trasferimento. Per entrare al Brotzu serve il green pass, mio padre Sandro è vaccinato e sabato all’ora di pranzo, quando è entrato nella stanza del reparto e ha visto il letto vuoto, stava per avere un infarto, aveva pensato che fosse morta”.
Solo a quel punto, racconta Simone Etzi, “i medici l’hanno avvisato del trasferimento e si sono scusati per non averlo avvisato subito, con una telefonata, dicendo che se n’erano dimenticati. Ma mia mamma non è un pacco postale, eppure è stata trattata così, trasferita a nostra insaputa. Si trova in condizioni di salute gravi, per non dire disperate, ma dov’è finita l’umanità e la correttezza di avvisare i parenti più stretti del trasferimento di di una donna in coma, tra l’altro a svariati chilometri di distanza? Siamo tutti indignati, spero davvero che non capiti mai più”. E dal Brotzu, sul caso in questione, spiegano che “noi abbiamo chiamato e informato l’Rsa perchè la nostra ambulanza medicalizzata, tramite l’Rsa stessa, ha riaccompagnato la donna. Da parte nostra, nella gestione faticosa di questo trasferimento, è possibile che ci sia sfuggita la chiamata di avviso ai familiari. Ci scusiamo con loro, ma garantiamo che è stata trattata nel migliore dei modi”.


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