Matteo Boe esce dal carcere dopo 25 anni: ad aspettarlo una donna

Torna in libertà uno dei principali esponenti del banditismo sardo: responsabile del rapimento di Farouk Kassam, al quale tagliò il lobo dell’orecchio. Ad aspettarlo fuori dal carcere di Opera questa mattina c’era una donna. Secondo indiscrezioni tornerà a Lula, suo paese natio. Dove nel 2003 gli uccisero la figlia


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Si sono chiuse dietro di lui –  dopo 25 anni –  le porte del carcere di Opera di Milano. Matteo Boe 59 anni, il bandito dagli occhi di ghiaccio, è tornato questa mattina in libertà. Responsabile, tra gli altri, del rapimento del piccolo Farouk Kassam al quale tagliò il lobo dell’orecchio che fu poi recapitato al padre, è libero.  Ha terminato di  scontare la sua pena. Ma non si è mai pentito di una condanna avuta da “uno Stato che non riconosce”. Ad attenderlo questa mattina c’era una donna a bordo di un’auto  grigia che è scappata frettolosamente. 

Boe è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo,esponsabile di alcuni dei sequestri delle pagine di cronaca nera più buie dell’Isola: Sara Nicoli, Giulio de Angelis e il piccolo Farouk Kassam. Arrestato nel 1992, a Porto Vecchio in Corsica, l’ex primula rossa ha scontato 25 anni di carcere. Avrebbe dovuto scontarne trenta. Esce prima per buona condotta. Noto alle cronache anche perché è stato l’unico galeotto a essere riuscito ad evadere dal carcere dell’Asinara, utilizzando un gommone.

 Secondo alcune indiscrezioni tornerà a vivere a Lule, paese  natio, e dove gli uccisero la figlia Luisa di 14 anni, avuta con la compagna Laura Manfredi. Un delitto che non è mai stato risolto. 

 


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