Un muro di silenzio. Una carrellata di non ricordo e non sapevo. Un inaccettabile metodo omertoso che pure a 16, 17, 18 anni diventa un vergognoso stile di vita e di pensiero. Erano più di 150 a quella maledetta festa organizzata sui social a Su Siccu, la polizia li ha identificati e interrogati, tutti dicono di non sapere nulla, nessuno si è accorto che Mariano era sparito ed era in mare, lì a pochi metri. Forse già morto, forse alla disperata ricerca di aiuto.
Il dolore si aggiunge al dolore in questa storia in cui la vittima aveva solo 16 anni e forse, se qualcuno avesse chiamato i soccorsi, poteva salvarsi. Invece. Invece è stato lasciato morire, annegare da solo mentre tutti bevevano e si divertivano.
Dunque dagli interrogatori finora non è emerso nessun elemento utile: solo non so e non ricordo, nessuna pietà e nessuna voglia di rendere giustizia a Mariano, che da qualche anno viveva a Sestu col padre Salvatore, frequentava l’istituto tecnico Meucci, amava la trap e la palestra. Ancora introvabile il suo telefonino, probabilmente finito in mare e rimasto sul fondale.
Intanto oggi al Brotzu di Cagliari è fissata l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Roberto Demontis: da un primo esame necroscopico non erano emersi segni di violenza.