Sono trascorsi dodici giorni senza notizie certe su Manuel Mameli, il 25enne di Selargius dato per disperso in Ucraina dal 18 maggio. Combattente volontario nelle forze armate ucraine, secondo le testimonianze raccolte dai suoi compagni e trasmesse all’ambasciata, sarebbe rimasto vittima di un attacco con drone russo nella zona di Pokrovsk, nell’Ucraina orientale, attualmente sotto controllo delle forze russe. Ma finché non verrà recuperato il corpo, ufficialmente resta “disperso in azione”.
Dall’amministrazione comunale di Selargius confermano che la famiglia, distrutta dall’angoscia, è ancora in attesa di notizie certe. La speranza che la notizia della morte, rimbalzata giorni fa da fonti internazionali, non sia vera, è ormai flebile. Eppure, l’assenza di conferme ufficiali mantiene tutti sospesi in un limbo doloroso, dove ogni ora che passa pesa come un macigno.
La famiglia Mameli, nel riserbo più assoluto, ha chiesto rispetto e silenzio in questo momento drammatico. La sorella Stefania, intervenuta sui social per fronteggiare anche le consuete polemiche che nascono in questi casi, ha voluto chiarire: “Manuel non era un mercenario. Era un ragazzo coraggioso, che ha scelto consapevolmente di combattere per difendere un ideale. Ha lasciato tutto per aiutare un popolo aggredito, non per soldi né per violenza”.










