Dopo l’archiviazione per accusa infondata del procedimento contro l’ex sindaco di Mandas Umberto Oppus, la vicenda della ex Cooperativa Gruppo pastori di Mandas si arricchisce di un nuovo tassello. A fornirlo sono le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza del gruppo Bentu Nou nel corso delle indagini contro lo stesso Oppus. Nelle nuove rivelazioni, dopo che negli atti depositati per accusare l’ex sindaco era spuntato un documento a firma di un segretario comunale morto da tempo, vi è quella del consigliere comunale Riccardo Giua che, il 12 settembre scorso, sentito a verbale dai Carabinieri della Compagnia di Dolianova, ha chiamato in causa “il responsabile del protocollo Pili Paolo che mi disse che il preliminare di compravendita e l’atto di vendita della Cooperativa pastori si trovavano presso l’ufficio tecnico del Comune di Mandas”. Stando a quanto affermato da Giua, che non ricorda da chi ha avuto i documenti, è stato Paolo Pili a indicare dove si trovava la documentazione richiesta.
Pili, oltre a essere dipendente comunale, è fratello di don Ignazio Pili, viceparroco di Mandas, salito a sua volta ribalta nelle dichiarazioni rese dall’allora parroco di Mandas don Giancarlo Dessì nel procedimento, poi risultato basato su accuse totalmente infondate, contro don Luca Pretta, allora parroco a Gesico ed oggi nominato parroco di Santa Croce in Cagliari.
Dagli atti della Procura di Cagliari risulta ancora che la richiesta di atti (cui nessuno risulta mai aver risposto ufficialmente) fu firmata dal solo Giua, medico a Siurgus Donigala, mentre il consigliere comunale Ignazio Pilia ha dichiarato, sempre a verbale, che “noi consiglieri di opposizione abbiamo presentato presso il Comune di Mandas una richiesta per ottenere copia”. Tesi contraddetta dall’ex consigliere comunale Severino Anedda secondo cui, sempre stando alle dichiarazioni ufficiali rese ai Carabinieri, “della pratica si occupò il solo consigliere Giua Riccardo”.
Fatto è che il documento falso è risultato fra i documenti allegati dai consiglieri comunali Riccardo Giua, Paolo Rocchitta, Ignazio Pilia e Severino Anedda (oggi sostituito da Francesco Mulliri). Anche se lo stesso capogruppo Rocchitta getta ulteriori dubbi sulla vicenda dichiarando che “non so riferire in che modo il consigliere Giua abbia presentato la richiesta. Ma posso riferire che tale documento è stato acquisito dal consigliere Giua Riccardo”.
Un quadro indubbiamente sempre più intricato e dai tratti oscuri anche perché il segretario comunale ha messo nero su bianco che “da una verifica non risulta in Comune nessun protocollo in arrivo e in partenza con oggetto ordine di servizio n.1/2011”. Il documento del morto. Che, per ovvi motivi, non poteva firmare.











