Tensione alle stelle nelle campagne di Isili, decine di agricoltori da oggi non possono più contare sul bene più prezioso, la “benzina” dei campi: l’acqua. Rubinetti chiusi, l’impianto di sollevamento del Flumendosa è stato spento e dai tubi, ormai, esce solo aria. C’è stata una riunione urgente convocata in Comune dal sindaco Luca Pilia, alla presenza anche dei vertici del Consorzio di bonifica. Gli animi, però, sono tutt’altro che distesi: “Hanno addirittura anticipato di un giorno la chiusura dei rubinetti, non mantengono mai nemmeno le promesse che scrivono”, tuona il primo cittadino. Che vede, nell’immediato futuro, una situazione grigissima, per non dire nera: “Gli agricoltori e orticoltori sono stati chiari, dopo mesi di duro lavoro questo è il periodo per ultimare i raccolti. Sinora hanno avuto solo spese, se le coltivazioni si seccano i guadagni saranno pari a zero”. Un dramma sociale che si staglia all’orizzonte, quindi, e che fa tremare decine di famiglie che hanno come unico sostentamento quello del lavoro dei campi, con ortaggi e frutti coltivati e riveduti.
“Non è pensabile che si anticipi un termine che era stato fissato da prima il 31 ottobre e poi il 10 ottobre. È necessario trovare una soluzione per garantire l’erogazione idrica ed evitare la perdita del raccolto. È una situazione grave, che deve urgentemente essere risolta”, prosegue il sindaco di Isili. “Se vogliono ammazzare il comparto agricolo, fondamentale in un territorio come il nostro che combatte da tempo contro anche lo spopolamento, che lo dicano chiaramente”. E Pilia, nemmeno tanto metaforicamente, indossa già un paio di resistenti scarponi: “Qualcuno faccia qualcosa o, insieme agli agricoltori, sono pronto a marciare sin sotto l’assessorato regionale dell’Agricoltura”.












