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di Antonello Gregorini
Il Calzolaio di Is Maglias.
Luigino Melis ha ottant’anni. Aprì la sua bottega di ciabattino in via Is Maglias nel 1959, anno della mia nascita, ben 56 anni fa. Da allora si è mosso solo per spostarsi nel palazzo di fronte.
Pochi metri quadri, esattamente come quella di mio nonno, calzolaio in Orosei già un secolo fa, con analoga bottega sulla via Nazionale, vicino alla piazza di chiesa.
I banchetti delle due botteghe sono pressoché uguali, così come gli scaffali sulle pareti. Ciò che qui appare sopravvenuta è la macchina elettrica, delle spazzole levigatrici e dei torni.
Sta seduto al banchetto ma non lavora, dice, semplicemente è qui perché non ama stare a casa e perché vuole trasferire il mestiere al figlio Ignazio.
Sulla parete mi mostra una foto da giovane, di quando iniziò l’impresa.
L’erede ha studiato ragioneria. Manda curriculum in giro ma… niente. Così, come per tanti ragazzi della nostra città, non vuole emigrare e ha deciso di seguire le orme del padre artigiano.
“Il mestiere l’ho imparato e perlomeno è un’attività che offre da vivere. Non ci diventerò certamente ricco, però lavoro…”
Chiedo a Luigino com’è cambiato il quartiere da allora.
Ci pensa un po’ per concludere che è “su propriu”, qui attorno a me sembra tutto uguale.
Naturalmente non è così. E’ certo, tuttavia, che la sua presenza rende un senso di continuità storica che altrove ormai manca.