Ha scelto Nuoro e la biblioteca Satta per chiudere la sua campagna elettorale, Lucia Chessa, candidata alla carica di presidente della Regione con l’unica lista Sardigna R-esiste. Ex sindaca di Austis, paese di ottocento anime del Nuorese, ha 63 anni ed è nata a Bitti. Il suo passato politico è stato con i RossoMori, partito nel quale ha ricoperto il ruolo di segretaria nazionale. Nelle ultimissime uscite pubbliche e sui suoi canali social, la Chessa ha puntato il dito contro gli altri tre contendenti alla poltrona, contestando “la calata di big nazionali che certificano una politica debole, soprattutto la nostra politica regionale. Trovo che questo turismo elettorale non sia molto dignitoso e che denunci una clamorosa debolezza, se non inconsistenza, della classe politica sarda. Tutti fanno campagna elettorale rivendicando sardità, autonomia e autodeterminazione”, osserva la Chessa, “salvo poi presentarsi all’ombra dei tanti viceré romani e padani che oggi attraversano la Sardegna per sostenere i loro candidati. Trovo tutto ciò contraddittorio quanto meno, in alcuni casi anche offensivo. La sfilata ministeriale e dei tanti leader nazionali niente ha a che vedere con una Sardegna forte, dignitosa, a schiena dritta. Viceversa rimanda alla Sardegna con il cappello in mano, pronta ad offrire le sue risorse, il suo territorio, la sua bellezza, la sua ricchezza ad interessi altri. Che niente hanno a che vedere con i nostri”.
Nelle settimane di campagna elettorale ha anche ricordato la rete dei trasporti isolana ancora lontana dalla perfezione e non è mancato più di un appunto sulla questione della sanità: “Ricordo che ancora oggi ci sono sardi che devono attendere anche dodici ore prima di essere visitati in un pronto soccorso”.












