Lirico, sindacati contro Barracciu: “Troppe pressioni sul Cdi”

Si rischia il commissariamento


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Un clima di tensione e di enormi pressioni al Teatro Lirico di Cagliari. La situazione viene denunciata dai rappresentanti Usb e Fistel, Massimiliano Cecalotti e Annalisa Pittau, che in sostanza puntano il dito contro il sottosegretario ai Beni culturali Francesca Barracciu che avrebbe esercitato pressioni sul Consiglio di indirizzo dell’ente lirico, insediato lo scorso 22 dicembre. “Un clima di guerra – spiegano i sindacalisti – in cui solo una nota ufficiale del Ministero del 14 gennaio, a firma del direttore generale Salvatore Nastasi, ha contribuito a fare definitiva chiarezza sulla fine del mandato del Sovrintendente Meli, ormai già scaduto dal 22 dicembre 2014. La nota del Ministero sollecita inoltre il Consiglio di Indirizzo a procedere in tempi rapidi alla nomina del nuovo Sovrintendente. Il mancato, tempestivo, rispetto di tale adempimento comporterebbe da parte del Ministero vigilante l’applicazione dell’articolo 21 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, ovvero il commissariamento del Teatro”.

E il rischio del commissariamento, già minacciato dal direttore generale Nastasi, sembra sempre più forte. Per effetto di tale clima giovedì 15 gennaio si dimette improvvisamente il rappresentante del Ministero Pietro Ciarlo, che di recente ha denunciato «una situazione di incertezza insostenibile», «una situazione complessiva di conti che va capita, chiarita, affrontata», ma soprattutto pressioni forti e insostenibili. Inoltre, ieri mattina, 16 gennaio, giorno in cui è fissata una riunione del Consiglio di indirizzo, il rappresentante del socio privato Fondazione Banco di Sardegna Francesco Boggio invia una lettera in cui dichiara che non prenderà parte alla riunione perché ritiene più opportuno sospendere i lavori fino all’insediamento del nuovo consigliere di nomina ministeriale, anche «in risposta all’esplicita richiesta in tal senso del Sottosegretario Francesca Barracciu».

Le “indicazioni” del Sottosegretario Barracciu, la cui lecita predilezione per Mauro Meli è documentata da varie dichiarazioni pubbliche rilasciate in questi mesi, spingono di fatto il consigliere Boggio in direzione contraria alle prescrizioni ufficiali del Ministero che, come sopra riportato, sollecita ad agire in fretta, minacciando il commissariamento. A questo punto, anche le dimissioni improvvise del prof. Ciarlo assumono connotazioni inquietanti. Il nuovo Statuto della Fondazione (art. 9.13) stabilisce che «I componenti del Consiglio di Indirizzo esercitano in piena autonomia le funzioni che ad essi competono e rispondono solo nei confronti della Fondazione dell’esercizio delle medesime. Essi non rappresentano i soggetti pubblici o privati che li hanno designati o nominati, né ad essi rispondono».

“Com’è dunque possibile – chiedono i sindacalisti – che un politico, fosse anche un Sottosegretario, si permetta di esercitare sui componenti del Consiglio di Indirizzo delle pressioni che sono contrarie alle più elementari norme di correttezza, e in aperto contrasto con il dettato dello Statuto? A chi interessa rallentare o impedire il normale svolgimento dei lavori del nuovo Consiglio di Indirizzo? Qualcuno vuole davvero che questo teatro venga commissariato, come minaccia di fare il Ministero se non si procede con sollecitudine a tutti gli adempimenti necessari? Chi vuole questo commissariamento? Di certo non il Consiglio di Indirizzo della Fondazione, che nonostante l’assenza di due membri il 16 gennaio si è regolarmente riunito e ha approvato il bilancio previsionale 2015 e una nuova stagione artistica economicamente sostenibile e in linea con le entrate certe (previsionale al momento purtroppo di soli 1 milioni, che tuttavia si spera possano crescere; ma in ogni caso ben lontane dai 25.600.000 milioni del previsionale che avrebbe voluto far approvare Mauro Meli). Nella stessa riunione, inoltre, il Consiglio di Indirizzo ha pubblicato un avviso di nomina per individuare il nuovo Sovrintendente e ha annunciato la volontà di incontrare le OO.SS. e i Lavoratori, come ci si aspettava che accadesse.

Di certo il commissariamento non lo vogliono neppure i lavoratori, che chiedono da sempre trasparenza e sostenibilità economica per il futuro del loro Teatro, del loro pubblico e delle loro famiglie”.


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