di Gianfranco Carboni
Si accende la discussione sul referendum Costituzionale, del 4 dicembre prossimo, ieri si è tenuto in via Emilia sede della Fondazione E. Berlinguer un affollatissimo incontro del Tour Ri-costituente. Il consigliere regionale dei rossomori Paolo Zedda ha analizzato la revisione costituzionale. A suo parere, le modifiche intaccano fortemente il regionalismo e le prerogative dell’autonomia, anche di quella speciale. Ha illustrato le insidie della clausola di supremazia che lo stato centrale può usare nei confronti della regione.
Forte e molto apprezzato l’intervento Luisa Sassu, del comitato del NO, che ha dedicato il suo intervento alla leggerezza con la quale si modica la Costituzione, sottolineando che se si accetta l’idea che ogni maggioranza possa procedere ad estese modifiche (questa revisione cambia ben 47 articoli), la Costituzione perde il suo valore storico e giuridico, col paradosso che per perseguire il mito della stabilità dei governi si prospetta l’instabilità e la fragilità della Costituzione. L’incontro è proseguito con l’intervento del Segretario provinciale della FIOM, un intervento caratterizzato dal ruolo sindacale e utilizzato per spiegare i motivi per cui la CGIL invita i suoi iscritti a votare NO. Piddiu: la CGIL è con convinzione per il NO. Giulio Cavalli, blogger in Tour Ricostituente, esordisce: “La sala piena ciò mi rinfranca”, spiega perché: “Il nostro sostegno al NO è una battaglia culturale”. Sostenendo che da troppo tempo è stata tolta la voglia di parlare e discutere. Secondo Cavalli, ci troviamo di fronte ad una narrazione sbagliata: la costituzione viene vissuta dal potere come un male. Chiudendo con una chiara definizione sulla campagna dei sostenitori del SI definendola una campagna populista e basta. E, mentre i sostenitori del NO riempiono le sale, il PD è schierato ovviamente per il Si ma nella realtà Sarda, allo stato, è orientato per un NI, in realtà il partito del premier Renzi discute con forza e questo è comunque un bene.













