Legambiente Sardegna esprime grande soddisfazione per il giudizio della Consulta. “La qualità ambientale e paesaggistica è la risorsa di punta per l’economia della nostra regione – afferma la Presidente Annalisa Colombu – e quindi è stata positiva l’iniziativa del Consiglio Regionale della Sardegna che aveva impugnato il provvedimento del Governo; tutti gli sforzi istituzionali devono essere diretti a consolidare questa vocazione. Significa che l’azione politica e amministrativa deve mettere al sicuro le coste e i mari della Sardegna dai rischi ambientali connessi con la ricerca di idrocarburi e coltivare l’immagine di una Sardegna isola della sostenibilità e dell’innovazione, che guarda avanti consapevole che l’economia delle fonti fossili appartiene ad un passato e ad una storia che dovremmo lasciare alle nostre spalle”.
“La notevole crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili registrata in Sardegna negli ultimi 10 anni – sottolinea Marta Battaglia Direttrice di Legambiente Sardegna – dimostra quale siano le vere potenzialità del territorio in materia energetica. Certo, rimane da lavorare sul fronte dell’efficienza e sulla minimizzazione degli impatti paesaggistici, ma la strada è tracciata”. E la Sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato il referendum sulle trivelle sul quesito già “promosso” dalla Corte di Cassazione, fornisce anche alla nostra Regione uno stimolo in più per continuare a perseguire gli impegni assunti nella Cop 21, che di tutto possono nutrirsi tranne che di ulteriore, irrazionale e insostenibile ricerca di idrocarburi.
Legambiente Sardegna fa notare come la volontà del Governo di tutelare gli interessi dell’economia fossile (con le norme pro trivelle come con gli interventi per bloccare lo sviluppo delle rinnovabili) abbia creato un conflitto istituzionale senza precedenti nel Paese. Pur di assecondare le lobby dei petrolieri, l’esecutivo Renzi aveva promosso forzature inaccettabili, come la classificazione delle trivellazioni come “opere strategiche” (dunque imposte a forza ai territori) e la creazione di servitù potenzialmente senza limiti di tempo, con concessioni prorogabili ad oltranza. Con le modifiche introdotte nella Legge di Stabilità 2016, grazie all’iniziativa referendaria, l’esecutivo di Renzi è stato in larga misura costretto a smentire se stesso.













