Le luminarie sono già posizionate anche in via XX Settembre, ma l’aria che tira è quella del “si salvi chi può”. E chi non può, invece, ha già issato bandiera bianca. Nel giro di poche settimane hanno chiuso l’edicola, una profumeria, un negozio storico di tessuti e un altro specializzato nell’illuminazione. Nella Cagliari del “tutti pazzi per il Natale”, il periodo prenatalizio certifica la morte di nuove attività commerciali. Internet, affitti, pochi parcheggi: ecco il tris letale, a detta dei commercianti che resistono.
Vincenzo Manos ha 65 anni, ed è un punto di riferimento in città per chi acquista abbigliamento sportivo: “Bisogna provare la crisi, per capirla. Internet offre il prezzo ma non il servizio o l’assistenza. Mi sento quasi un eroe, riesco a tirare avanti con dei dipendenti, ma le grosse lobbies del commercio continuano a invaderci”. Luisella Locci, dal 1971, è la storica barista di via XX Settembre: “Non è più la strada di tanti anni fa, ci sono più negozi di cinesi che di sardi. A un giovane che vuole tentare la carta del commercio consiglierei di fare altro”. In via Sonnino, poi, all’angolo con via Corsica, ultime stirature per l’altrettanto storica lavanderia La Rapida. Elio Camba, insieme alla moglie, mollano dopo mezzo secolo di attività: “La crisi è galoppante, i giovani che vogliono fare gli imprenditori sono bloccati fin dall’inizio dalle banche, avere un prestito è impossibile”.










