C’è una lunga lettera, intrisa di ricordi e certezze, letta dal pulpito della chiesa della Madonna di Lourdes di Poggio dei Pini da Stefano, il figlio più grande di Gavino Solinas, il re dei distributori automatici di caffè morto due giorni fa a sessantacinque anni, stroncato in poco tempo da un tumore: “Scalda il cuore vedere tante persone qui, per un motivo o per un altro avevate un legame con papà. Anche se un male così meschino come il cancro gli aveva preso il corpo, non gli aveva di certo preso il suo spirito, la sua etica e la sua mentalità”. Parole scritte su un foglio di carta, gettate lì senza stare a pesarle perché non c’ers il bisogno. Gavino Solinas era conosciuto per la sua generosità e altruismo anche da chi l’aveva incrociato una volta sola, figurarsi i parenti. Strapiena la chiesetta di Poggio dei Pini, realtà nella quale l’imprenditore era andato a vivere da anni, dopo essere tornato dalla Liguria e, nel 1993, aver creato dal nulla quella Dab Coffee con la quale è riuscito a garantire un presente e un futuro a decine di famiglie.
Il funerale è stato officiato da uno dei suoi fratelli che ha scelto di diventare frate francescano, padre Mario Solinas. Che, dal pulpito, ha speso solo parole d’amore e di verità nei confronti del fratello, andato via dopo un’esistenza difficile e, per tanto tempo, travagliata. Presenti tutti i suoi dipendenti, vestiti con i giubbotti e le giacche ufficiali della ditta. Un modo, l’ennesimo, per esprimere piena vicinanza a quell’imprenditore che, sin dal primo istante, li ha trattati come figli: “Papà, sarai eterno: nessuno potrà mai dimenticarti, sei stato generoso e altruista”, dice ancora il figlio con accanto la sorella, Virginia, e la mamma, Luciana. A messa finita, l’ultimo viaggio dell’imprenditore dal cuore d’oro, verso il cimitero di San Michele. Lì, nei prossimi giorni, sarà cremato.