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Striscioni, maglie e bandiere gialle, in migliaia paralizzano Cagliari, ma la loro protesta nei confronti di una politica sorda e cieca, è legittima. Sono loro, a bordo dei trattori: arrivano da ogni parte dell’Isola e come era stato annunciato dalla Coldiretti, la rabbia è a mille. Ma c’è un intero comparto che si stringe attorno al coro delle rivendicazioni, pastori, pescatori e agricoltori. Ecco i preparativi del sit in davanti al palazzone della Regione, da li il corteo raggiungerà via Roma.
IL DRAMMA. Gli agricoltori ma anche il settore della pastorizia, sono in perenne ginocchio, con le ragioni che ben si conoscono: il prezzo del latte ovino sceso al di sotto dei 60 centesimi al litro, poi il crollo del valore del grano, il grave ritardo nei pagamenti dei premi comunitari. Ma c’è anche il tema del controllo della zootecnia da carne, i ritardi per i bandi del Psr2014-2020, poi lo stato di calamità naturale per gli eventi siccitosi del2016, acui si aggiunge il dramma delle nevicate di quest’anno: “La convocazione del tavolo sul comparto ovicaprino di ieri era un tentativo ovvio di boicottare la manifestazione odierna a Cagliari, ci siamo rifiutati di stare a questi giochi – annuncia Coldiretti Sardegna – per questo non abbiamo partecipato ad un tavolo convocato il giorno prima della manifestazione. Non era mai successo in passato. Oggi tocca al Consiglio Regionale, di tavoli in tre anni ne sono stati fatti anche troppi, ma non quelli necessari per dare risposte immediate all’agricoltura sarda. Noi in Regione siamo presenti con i nostri soci ancora più arrabbiati e indisposti, per via di una politica che ha nel Consiglio Regionale la possibilità ultima di dare risposte concrete”.
“Costo dell’acqua, prezzo del grano, fauna selvatica, concessioni demaniali per la pesca, organismo pagatore regionale, refresh, macellazioni e credito, dove sono nell’agenda della Regione Sardegna? Dove sono gli interventi a sostegno ed accompagnamento di questi settori fondamentali – accusa Battista Cualbu che continua – In 3 anni non hanno ancora speso un euro con i nuovi bandi di investimento del Psr e hanno restituito 26 milioni di euro del vecchio Psr guadagnando il podio di legno: siamo al terzo posto nella lista nera delle Regioni italiane che hanno disimpegnato più fondi comunitari. Tutti adesso parlano e si interessando di agricoltura, anticipano anche le iniziative del ministro delle Politiche agricole con il quale abbiamo avuto più di un’interlocuzione e dal quale aspettiamo (dalla suo voce e non dai ventriloqui) che espliciti gli impegni presi. Domani a Cagliari saremo in migliaia, agricoltori, allevatori e pescatori di tutta la Sardegna. Ci scusiamo per il disagio che stiamo creando ma c’è in gioco la nostra agricoltura tradita da una politica che ancora una volta si è schierata dalla parte di chi specula e non di chi produce e lavora quotidianamente”.
LE RIVENDICAZIONI. “Il tavolo lo chiedevamo da due anni – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ed invece arriva a poche ore dalla manifestazione. A Cagliari allevatori e agricoltori da tutta la Sardegna vogliono dare la sveglia a questa politica sorda. Responsabilmente abbiamo dato credito ad una Giunta che sulla carta metteva al primo posto dell’agenda politica l’agricoltura. E’ stato l’ennesimo inganno”. “Ormai i buoi sono scappati dalla stalla – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – e la politica si dimostra ancora inadeguate nell’interpretare e risolvere i problemi dei cittadini sardi. Rincorrono le emergenze ma ancora non abbiamo letto risposte concrete e praticabili per tamponarle, ne per programmare il futuro. La risoluzione licenziata nei giorni scorsi dalla Commissione Attività produttive parla male e solo di pastorizia, ignorando, a distanza di tre anni, tutto il resto dell’agricoltura che è in agonia. Lo stesso incontro di ieri, oltre poter risultare strumentale, è monotematico”.