La “famiglia di Joe Perrino” minaccia di morte i giornalisti: dopo la denuncia indaga la Digos. “A morti is carrognasa”, l’incitazione alla violenza inaudita contro i giornalisti di Casteddu Online pubblicata sulla pagina Fb del cantante. Da oggi è la Questura di Cagliari ad occuparsi non solo di chi ha scritto il post di gravissime minacce, ma anche delle centinaia di persone che lo hanno condiviso condendo di insulti la nostra redazione. La Digos, che ha già accertato il grave reato, al termine delle indagini passerà tutto nelle mani della Procura cagliaritana. Le notizie di salute legate a Joe Perrino, invece? Verificate e vere, con buona pace dei “leoni da tastiera” e dei “cospirazionisti da giardinetto” che hanno ritenuto giusta l’idea di condividere il post scritto, pare, dai familiari del cantante (ma sulla paternità esatta dello scritto su Facebook sarà la Digos a fare le debite indagini).
Davanti a calunnie e ad una minaccia grave di morte (“A morti is carrognasa” è un mix tra italiano e sardo che non crea certo problemi di traduzione a chi di dovere) abbiamo deciso di fare la cosa più semplice, denunciare per minacce. Denunciare sia l’autore del post sia chiunque l’abbia condiviso: c’è il “concorso di colpa”, non sono tre parole messe in fila l’una dopo l’altra così, tanto per dire. Anzi. Diffondere notizie sullo stato di salute di un personaggio pubblico si può fare, chi non è d’accordo ha due opzioni: o mettersi l’anima in pace o proporre una petizione per mettere un ulteriore bavaglio ai giornalisti, continuando se lo ritiene opportuno a informarsi leggendo gli status dei super esperti di tutto al grido social di “clicca qui per sapere l’unica verità”. Saremmo stati felici di poter scrivere, ieri, a una settimana di distanza dall’incidente in moto in viale Trieste, che Joe Perrino (nome d’arte di Nicola Macciò) si trovasse in buone condizioni di salute. E gli auguriamo di rimettersi al più presto in salute, facciamo il tifo per lui, ovviamente. Ma avremmo scritto, semplicemente, il falso. Perrino, ancora oggi, è in coma farmacologico al Brotzu, con seri problemi alle gambe. Non è un’opinione, non è un voler male all’artista, non è una calunnia: è semplicemente scrivere la verità.
Verità, tra l’altro, mai smentita dai sedicenti “autori parenti” di Perrino nel post sulla sua pagina pubblica ufficiale Facebook, che si lamentano soprattutto di una presunta “amoralità” e affermano di sentirsi “offesi” perchè un giornale ha dato una notizia che poteva e doveva dare, anche perchè in questi giorni tanti lettori ci hanno chiesto di sapere di più sulle sue condizioni di salute dopo il terribile incidente di viale Trieste. Continueremo a scrivere la verità ogni giorno, da poco dopo l’alba a, laddove necessario, notte inoltrata, per ogni articolo, a prescindere che possa scatenare entusiasmi o lacrime. Non siamo psicologi e non siamo psichiatri, ma semplicemente giornalisti. Che, se vengono attaccati o minacciati, semplicemente si difendono nel modo più limpido possibile, con una denuncia penale o con una successiva richiesta di risarcimento danni in sede civile. Perchè l’informazione libera non ha prezzo, le minacce e le calunnie invece sì, e il totale lo stabilisce chi si occupa di far applicare le leggi.
E, sempre magari, qualcuno potrà rendersi conto che quelle che ha definito “grandi menti” non meritano un titolo così alto. Si tratta semplicemente di menti che ragionano, lavorano con coscienza, e che sanno anche come parare certi colpi. Basta con le minacce di morte ai giornalisti: chiediamo che se ne occupino tutti, a tutti i livelli. Ora saranno la Digos e la Procura a procedere nei confronti di tutti coloro che hanno compiuto dei reati diffondendo le minacce di morte ai giornalisti di Casteddu Online, anche attraverso le proprie bacheche personali. I post sono tutti nelle mani della Polizia.










