La dieta anti-diabete in Sardegna? “No a fritti e cibi conservati, sempre frutta e verdura”

Rossella Ricciardi, esperta diabetologa del reparto “young” del Microcitemico, spiega come fare per evitare di ammalarsi. Poche ma semplici regole, valide sin da giovanissimi: “Aria aperta e cibi freschi sono perfetti. Mai abusare di carboidrati e grassi”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA con i preziosissimi consigli


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di Paolo Rapeanu

Rossella Ricciardi, cagliaritana di 55 anni, è la diabetologa del reparto di Diabetologia pediatrica del Microcitemico. Il diabete, quasi inutile rimarcarlo, è una malattia “scottante” in Sardegna, visto che colpisce decine di migliaia di isolani, anche sin dalla tenera età. Una patologia che poi ci si trascina appresso per tutta la vita. “Per il diabete di tipo 1 c’è soprattutto una predisposizione genetica sulla quale agiscono fattori esterni, anche legati all’alimentazione. Sempre di più anche per il diabete di tipo 2, cioè quello non insulino-dipendente, ci si lega a uno stile di vita non corretto”, spiega la dottoressa.
Quindi, inizia da ciò che si mangia la lotta “preventiva” – per quanto possibile, ovviamente – alla comparsa del diabete: “Come mamma spezzo una lancia a favore dei genitori che corrono tutti i giorni per lavoro e fanno il possibile per assicurare un pasto ai figli. Però vanno accuratamente evitati i cibi ricchi di grassi, proprio per prevenire obesità, malattie cardiovascolari e anche lo stesso diabete. Serve fare attività fisica regolare e vivere, il più possibile, all’aria aperta”. Esiste un podio dei tre alimenti da ridurre al minimo all’interno di una normalissima dieta? “Bisogna stare attenti a tutto, mai eccedere con proteine, grassi e carboidrati, o fritti. Un’alimentazione meno ricca di frutta e verdura”, avvisa la Ricciardi, “e ricca di alimenti non freschi o confezionati è sicuramente uno stile dal quale fuggire”. Anche e soprattutto perché, a detta dell’esperta, “i cibi confezionati sono ad alta densità calorica e ricchi di grassi, rappresentano quindi fattori di rischio sin dalla tenera età”.


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