di Paolo Rapeanu
Il diabete in Sardegna, purtroppo, si manifesta anche sin dalla culla. Il “tipo 1”, quello che colpisce i bambini e i ragazzi sino ai diciotto anni di età, continua nella sua “crescita”. Sono 120 i nuovi casi ogni anno, a confermarlo è Carlo Ripoli. Cinquantanove anni, è il direttore del reparto di Diabetologia pediatrica del Microcitemico, realtà esistente da un mese dopo la fusione di due reparti: “Il livello assistenziale sinora portato avanti è frutto dell’attività degli anni passati. C’è un grosso salto di qualità, ma ancora molto da fare. A breve speriamo di avere i sensori flash per il glucosio sottocutaneo, c’è un ritardo da parte della Regione che crea stress nei giovani pazienti per via dell’attuale terapia insulinica che prevede un monitoraggio del glucosio capillare, molte volte al giorno”, spiega Ripoli.
“Non credo occorra molto tempo, certamente comprendo che tra la scelta politico-sanitario e il superamento di fasi burocratiche occorrano certi tempi, ma serve rapidità. Chi può lo paga a proprie spese, 120 euro al mese, è chiaro che trattandosi di millecinquecento pazienti la spesa non è indifferente. Gli altri, invece, stanno aspettando”, afferma il direttore del reparto di Diabetologia pediatrica.