(Nella foto, Sandro Picci, 47 anni, ucciso in via Pertusola a Is Mirrionis)
Emergono altri particolari inquietanti sull’omicidio avvenuto ieri pomeriggio in via Pertusola, a Is Mirrionis: sul fascicolo della Procura, spuntano anche le denunce stavolta a carico dei parenti della vittima di Sandro Picci, 47 anni, freddato nel cortile del suo condominio. In particolare, polizia e carabinieri hanno accertato che dopo l’uccisione di Picci, è partito un vero e proprio regolamento-vendetta stile Far West, con tanto di mazze da baseball e tirapugni, occultati nell’auto dei familiari di Sandro Picci.
LA VENDETTA. Cosa accade poi sotto l’abitazione di Massimiliano e Martin Aru, in via Castelli, è presto detto, con il danneggiamento dell’auto della famiglia Aru e il pestaggio del genitore di Martin, (Massimiliano), conclusosi poi con l’intervento delle forze dell’ordine. Tutto questo quando nel cuore di Is Mirrionis, per terra, in una pozza di sangue, c’era Sandro Picci, ucciso pochi minuti prima da un proiettile di pistola esploso a bruciapelo da Martin Aru. Una vicenda di follia, dove si è decisamente andati oltre i limiti: un diverbio su Facebook e whatsapp ha accentuato forse qualche rancore, rabbia accumulata sfociata poi con gesti estremi, un’arma detenuta illegalmente in casa (in via Castelli, dove è domiciliato Martin Aru, l’aggressore), usata senza esitazione per appianare gli sfottò e gli sbeffeggi sui social.
Un mondo a parte, dove polizia e carabinieri ancora una volta diventano “gli attori finali”, in una circostanza di attimi di ferocia inaudita tra due contendenti, interpreti loro malgrado in un rione troppo a rischio. E nel quartiere c’è paura, la gente ha poca voglia di parlare perché teme ritorsioni, vendette, ma una parte di residenti però collabora con gli investigatori, rivelano loro dettagli importanti per le indagini: particolare che rappresenta un pregio, un valore aggiunto non di poco conto, un pezzetto di città difficile dove però chi convive con questi efferate vicende, ha voglia di scrollarsi di dosso fatti di cronaca dolorosi, come quello di domenica pomeriggio, finito nel sangue.











