Inquinamento acustico a Cagliari, il comitato:”Frutto di incompetenza”

“Sul tema dell’inquinamento acustico e della “mala movida”, riemergono in queste ore l’incompetenza, l’ignoranza e la superficialità con lui la delicata materia è stata affrontata fino ad oggi”, lo dichiara Enrico Marras presidente del comitato Rumre No grazie


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“Sul tema dell’inquinamento acustico e della movida,  meglio sarebbe dire della mala movida, riemergono in queste ore l’incompetenza, l’ignoranza e la superficialità con cui la delicata materia è stata affrontata sino ad oggi” durissime le parole del presidente del comitato Rumore No grazie dopo le polemiche delle ultime ore. Tutti a nanna a mezzanotte in centro.

“Il livello di rumore che non si può superare in fascia oraria notturna (22,00-0,6), quella del riposo e del sonno, è a Cagliari di 45 decibel in emissione in alcuni quartieri, in altri di 50 decibel- denuncia ancora una volta Marras. In dottrina e in giurisprudenza il superamento di questi livelli è considerato reato: numerose sono le sentenze specifiche. I rilevamenti fonometrici condotti in Marina e Stampace per ben tre anni da fonometrista abilitato su incarico dei residenti hanno dimostrato un livello di inquinamento notturno talmente grave, anche oltre i 70 decibel, da essere vietato persino nelle aree industriali di giorno. Livello di inquinamento confermato in pieno dai rilevamenti fonometrici, per ben tre mila ore, eseguiti dalla Regione-ARPAS su richiesta del Prefetto di Cagliari. Non solo, avendo la Regione accertato livelli di rumore superiori anche al livello di attenzione  ha richiamato il Comune di Cagliari all’obbligo di legge di provvedere all’adozione dei Piani di Risanamento Acustico perché in atto una situazione di pericolo grave per la salute umana e per l’ambiente e perché “il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti” come ammonisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’inerzia irresponsabile del Comune di Cagliari ha spinto la Regione ad avviare le procedure di commissariamento del Comune per inadempienza ad obblighi imposti da norme sanitarie. Che Cagliari sia una città drammaticamente inquinata, lo dimostra il Piano Acustico Comunale dal quale si evince che ci sono almeno altri sette quartieri in criticità acustica e per i quali occorre provvedere alla redazione dei Piani di risanamento ma la Giunta comunale nulla ha fatto. Non ha nemmeno informato i residenti del pericolo grave a cui sono esposti. Pericolo ben evidenziato,  pochi giorni fa, da due illustri medici ospedalieri in una intervista a un quotidiano locale. I sette quartieri da risanare sono: Is Mirrionis, Santa Gilla- Sant’Avendrace,  CEP, Quartiere Europeo, Genneruxi, Bonaria, Pirri. E non è detto che siano i soli. Non avendo il Comune provveduto al risanamento il Comitato rumore no Grazie ne ha chiesto alla Regione il commissariamento. Richiesta che è all’esame. Responsabile assoluto del disastro ambientale  è il Comune di Cagliari che non ha mai applicato il Piano Acustico, venendo così meno agli obblighi di legge e calpestando la volontà del Consiglio comunale.

La situazione è talmente grave che la Regione in una lettera di pochi giorni fa al Sindaco ha scritto, con riferimento a Marina e Stampace, di “emergenza sanitaria”, di “prioritaria esigenza di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”,  di “incompatibilità  tra i valori limite di legge in esame e il rumore prodotto dagli avventori dei locali seduti nei tavoli sullo spazio aperto in concessione”. Riaffermando che “l’interesse prioritario è la salvaguardia della salute dei cittadini, esasperati da anni di notti insonni” e ricordando  al Comune  l’obbligo di ridurre “nel più breve tempo possibile le emissioni sonore al fine di rispettare valori limite previsti dalla legge per la tutela della salute “. Più chiaro di così si muore. Quindi è giunto il momento di dire in modo chiaro che l’attività di mescita e ristorazione all’aperto costituisce una chiara e inequivocabile violazione sia della normativa sanitaria di merito sia del Piano Acustico che il Sindaco ha voluto e votato.”


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