Ancora un episodio di (presunta) inefficienza del sistema sanitario in Sardegna. A denunciarlo è M.C., residente a San Gavino, che racconta la disavventura vissuta dalla madre, un’anziana di 85 anni. “Tutto è iniziato il 18 aprile, quando mia madre ha iniziato a sentirsi poco bene, lamentando dolori toracici. Portata al Pronto Soccorso di San Gavino, sembrava che fosse tutto a posto. Dopo una visita veloce, è stata rimandata a casa con un antidolorifico, poiché i dolori sono stati attribuiti a problematiche articolari”.
La situazione è precipitata la notte di Pasqua, il 20 aprile. “Quella notte i dolori sono diventati molto più intensi. Abbiamo chiamato l’ambulanza e siamo tornati al Pronto Soccorso. Dopo una lunga attesa per il triage, mia madre è stata registrata con codice giallo. Nonostante il peggioramento evidente dei sintomi, dopo due ore è stata riportata nella sala d’attesa esterna. Ho provato a sollecitare il personale, ma non mi è stata fornita alcuna tempistica, se non un generico ‘c’è da attendere’, inoltre i monitor del Pronto Soccorso erano fuori uso”. A quel punto, M.C. ha deciso di intervenire personalmente. “Alle due del mattino – prosegue – ho ripreso tutta la documentazione e siamo andati autonomamente al Brotzu. Lì è stata immediatamente presa in carico: le hanno diagnosticato un infarto in corso e, nel giro di tre quarti d’ora, è stata portata in cardiologia e sottoposta a un intervento”. Non sono mancati altri dettagli preoccupanti. “A San Gavino – denuncia – si sono rifiutati di effettuare un nuovo elettrocardiogramma, sostenendo che ne era già stato fatto uno due giorni prima. Hanno sottovalutato i sintomi e prolungato inutilmente l’attesa”. M.C. ha sporto denuncia ai Carabinieri per quanto accaduto.