Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha respinto la richiesta del Comune di Alghero per l’indizione di specifica inchiesta pubblica nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo al progetto di centrale eolica “Parco eolico flottante Mistral”, proposto dalla Parco Eolico flottante Mistral s.r.l. (Gruppo Acciona) nel Mar di Sardegna.
La motivazione, a parere del Grig, è “sconcertante: secondo l’interpretazione ministeriale, “il disposto in materia di inchiesta pubblica contenuto nel codice dell’ambiente ha natura alternativa e facoltativa al procedimento di pubblicazione e presentazione, in forma scritta, di osservazioni”.
Inoltre, “sono state introdotte una serie di misure di semplificazione finalizzate a dare impulso alla transizione energetica che hanno disposto l’estrema riduzione dei termini procedimentali della VIA … gli Enti interessati dalla realizzazione del progetto erano stati precedentemente informati della proposta progettuale grazie alla procedura di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) … nell’ambito della procedura di V.I.A. … è stata garantita la possibilità di avere la più ampia partecipazione … sono stati acquisiti nn. 35 osservazioni e pareri da parte di numerosi cittadini, di associazioni (quali Gruppo d’Intervento Giuridico, Italia Nostra, LIPU, Medici per l’Ambiente – ISDE Sardegna), del Consorzio Industriale Provinciale Oristanese, della Regione Autonoma della Sardegna e dei Comune di Alghero, San Vero Milis, Bosa e Arborea”.
“Insomma – continua il Grig – pur riconoscendo “che sussistono le condizioni per la richiesta dell’attivazione dell’inchiesta pubblica”, il Ministero “ritiene di non accogliere la richiesta”, perchè bisogna fare in fretta (oggi i progetti più ingenti beneficiano anche di corsia preferenziale), perchè gli Enti interessati sono già stati coinvolti e sono già arrivati 35 atti di intervento con “osservazioni” e pareri da Amministrazioni pubbliche, associazioni ambientaliste, cittadini”.
“In realtà, la disposizione normativa non prevede alcuna alternativa esplicita fra inchiesta pubblica e procedura ordinaria di pubblicazione di atti e documentazione nell’ambito del procedimento di V.I.A. e la richiesta di vari Comuni – con Alghero capofila – supportati da associazioni ambientaliste avrebbe dovuto portare alla massima partecipazione popolare per un progetto così impattante sull’ambiente e il contesto economico-sociale del territorio interessato.
Soprattutto per le c.d. grandi opere, sarebbe fondamentale quella fase di dibattito pubblico oggi tuttora non consueta in Italia.
Il progetto di centrale eolica offshore flottante “Mistral” prevede la realizzazione di una centrale eolica off shore, con 32 “torri eoliche” altre più di 200 metri, su una superficie marina di centinaia di ettari, a circa 35 chilometri (circa 19 miglia marine) dalla costa della Sardegna Nord Ovest.
La potenza prevista è di 15 MW per ciascuna “torre eolica flottante” per complessivi 480 MW, mentre la durata prevista della centrale eolica sarebbe di 30 anni e il cavidotto di collegamento dovrebbe approdare sulla terraferma sulla costa algherese, da dove parte un nuovo elettrodotto verso stazioni elettriche e la stazione di connessione alla rete di Ittiri (da potenziare).
Il GrIG era già intervenuto con specifico atto di opposizione (28 giugno 2022), avverso il rilascio della richiesta concessione demaniale marittima trentennale in assenza di qualsiasi atto autorizzativo.
Ora, non rilasciata la concessione demaniale marittima, è stata richiesta la pronuncia di compatibilità ambientale, la procedura di V.I.A. – nella quale il GrIG è intervenuto con specifico atto di “osservazioni” – è in corso.
A breve potrebbe esser avviato il procedimento di V.I.A. anche per un altro progetto di centrale eolica offshore flottante in parte sovrapponibile, il progetto “Sardinia North West”, nei mari della Sardegna nord occidentale, al largo di Capo Caccia, che ha concluso la procedura preventiva di individuazione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping).
In un’area di mare di 382 chilometri quadrati in concessione, 27 strutture di fondazione galleggianti a forma triangolare ancorate al fondale, dotate ciascuna di n. 2 aerogeneratori, ciascuno con potenza nominale di 25 MW ciascuno, per un numero totale di 54 aerogeneratori e una potenza totale dell’impianto pari a 1.350 MW; cavidotti, cabine di trasformazione, collegamenti terrestri alla rete per una quarantina di chilometri da Alghero fino a Cabu Aspru, nel territorio comunale di Sassari.
Anche in questo caso il GrIG era già intervenuto con specifico atto di opposizione, avverso il rilascio della richiesta concessione demaniale marittima trentennale in assenza di qualsiasi atto autorizzativo.
Il GrIG da un lato è favorevole alla produzione energetica da fonti rinnovabili, ma è assolutamente contrario a ogni ipotesi di speculazione energetica.
Ha avanzato la proposta della verifica nazionale del quantitativo di energia elettrica realmente necessario e della successiva pianificazione statale in base ai reali fabbisogni energetici delle aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), successivamente da assegnare mediante bandi pubblici al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.
La prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Oltre l’individuazione normativa delle aree idonee e inidonee a breve termine, a medio termine, è certamente necessario completare il processo di pianificazione paesaggistica.
Il GrIG ha recentemente promosso in proposito la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!, che ha ormai superato le 20 mila adesioni, dove sono esposte chiaramente le ragioni perché si possano finalmente pianificare gli interventi di una vera e condivisa transizione energetica senza stravolgere superstiti aree agro-naturalistiche, eccellenze alimentari, campi, pascoli, boschi, coste, crinali, avifauna, siti archeologici, beni artistici e culturali, sentieri, cammini, ciclovie, itinerari turistici enogastronomici scampati ad un vorace consumo di suoloe ora gravemente minacciati da questa arrembante deriva affaristica mascherata di verde e senza rischio d’impresa perchè incentivata con le nostre bollette”.