Il grifone: in Sardegna un progetto per la sua salvaguardia

Fauna sevatica all’attenzione della comunità scientifica


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L’Isola in prima linea nella salvaguardia dei grifoni. È stato approvato il progetto “Life – Sotto le ali del grifone”, ideato per la conservazione della specie dall’Università di Sassari, Comune di Bosa, Corpo forestale, Ente Foreste e Assessorato della Difesa dell’Ambiente. “La comunità scientifica sta guardando la nostra Isola con grandissimo interesse in tema di conservazione dei grifoni per la sua particolarità: è l’unica regione che vanta la presenza di una colonia allo stato naturale”, afferma l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. Per la squadra di docenti dell’Ateneo di Sassari, che è partner capofila, “il progetto Life è il risultato di un gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento di Medicina Veterinaria comprendente personale dell’Ente Foreste e del Corpo Forestale che hanno risposto a una necessità espressa dal Comune di Bosa di fornire un serio contributo per  tutelare la popolazione di grifoni a forte rischio di estinzione presente nel suo territorio”.

Le azioni. Il progetto, che nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020) avrà durata quinquennale, ha come obiettivo principale il miglioramento dello stato di conservazione del grifone. Tra le azioni predisposte l’incremento di disponibilità alimentare con la creazione di due carnai (le aree di riserva alimentare per gli uccelli) allestiti nei territori dell’Ente Foreste di Porto Conte e Monte Minerva e di una rete di circa 30 carnai aziendali nelle zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a protezione speciale). Era stata proprio la Regione Sardegna, lo scorso febbraio, a lanciare per prima in Italia l’idea di carnai aziendali al Ministero della Salute. L’Assessorato regionale della Sanità ha istituito un gruppo di lavoro di medici veterinari che ha già attivato l’iter sanitario per l’avvio dei carnai aziendali. Il progetto finanzierà l’acquisto del materiale necessario per il loro allestimento, il monitoraggio della salubrità delle carcasse e del loro utilizzo da parte degli uccelli necrofagi con l’impiego di una tecnologia RIFD per l’identificazione automatica.

Ripopolamento e lotta al veleno. Verrà creata, in collaborazione con il Corpo Forestale di Vigilanza ambientale un’unità cinofila antiveleno e avviata una campagna di sensibilizzazione. Prevista, inoltre, la liberazione di 60 animali nel corso di tre anni nell’ottica di incremento degli esemplari. Sarà la foresta demaniale Le Prigionette di Porto Conte a ospitare la voliera di pre-ambientamento.

La cura degli animali. Verrà attivata una rete di sorveglianza e di primo soccorso per massimizzare le possibilità di recupero di grifoni in difficoltà e il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Bonassai sarà specializzato nella cura e nella riabilitazione dei grandi avvoltoi. Infine, si lavorerà per mitigare il disturbo dell’uomo nell’areale di nidificazione.

La specie. In Sardegna sono 125 gli esemplari registrati, sui dati 2014, e 34 le coppie in età riproduttiva. Vivono nella Sardegna nord-occidentale fra i Comuni di Bosa e Alghero. Grazie all’implementazione di questo progetto emergerà l’importanza dei servizi ecosistemici svolti dagli uccelli necrofagi, sottolineando come la perdita della biodiversità abbia un costo molto maggiore della sua tutela.


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