La macchina e la casa nella quale ha vissuto sino almeno al 10 maggio scorso Francesca Deidda saranno passati al setaccio, tra domani e dopodomani, dagli esperti del Ris. Si cercano tracce utili a “blindare”, anche se l’arresto di Igor Sollai è già un atto più che chiaro, la pista del femminicidio e occultamento del cadavere della 43enne, ritrovato in un un grosso borsone nelle campagne di San Priamo. Lì accanto sono stati trovati alcuni oggetti: stando a quanto trapela si tratta di reperti, vasetti e taniche con rimasugli di un “liquido” che dovrà ancora essere analizzato e che potrebbe essere benzina. Non si sa se siano riconducibili a Sollai e solo le verifiche degli esperti potrà, eventualmente, accertarlo. Intanto, Igor Sollai si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta. “È distrutto”, assicurano i suoi legali Carlo Demurtas e Laura Pirarba, “e spera che venga trovato il responsabile. Continua a urlare la sua innocenza”. Le ultimissime indagini del Ris su altri oggetti recuperati tra le campagne di Sinnai e San Vito non hanno portato a ulteriori conferme: il bite dentale è della Deidda, per un accapatoio e altri reperti bisognerà ancora attendere.
Prima ancora che inizino le verifiche su auto e abitazione della donna, però, si saprà se Igor Sollai sarà ancora rinchiuso a Uta oppure no. Il Riesame è previsto per domani, martedì 23 luglio. Gli avvocati dell’autotrasportatore puntano su un allentamento della pena, cioè gli arresti domiciliari. L’udienza per il ricorso inizierà molto presto, alle 9, e la decisione arriverà, salvo sorprese o lungaggini, già prima del pomeriggio. A fine mese, poi, l’autopsia sui resti della lavoratrice di call center, eseguita da Roberto Demontis alla presenza di esperti nominati sia dai legali di Sollai che da quello della Deidda, Gianfranco Piscitelli.










