I medici sardi restano senza borse: “Un mestiere in piena crisi”

Lettera aperta dei giovani medici sardi al neo assessore Arru: ecco quali sono i problemi della categoria


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Continua la battaglia dei giovani medici sardi. Il loro è un grido d’allarme espresso tramite una lunga lettera all’attenzione del neo Assessore alla sanità, Luigi Arru. L’associazione no profit, con sede a Cagliari, chiede un incontro urgente, per discutere sulla situazione di crisi occupazionale senza precedenti che sta colpendo la loro categoria, e che sta portando sempre più i giovani medici ad emigrare in altre regioni o paesi, pur di trovare un lavoro dignitoso.

Nella missiva si traccia chiaramente, punto per punto, la drammaticità in cui versa la situazione dei giovani medici sardi, si legge: “E’ paradossale che nella nostra Regione, seconda in Italia per numero di dializzati e con circa 3000 decessi per tumori all’anno, sia mancato il finanziamento delle borse regionali di scuole di specializzazione, cardine del nostro sistema sanitario, come oncologia e nefrologia.

Siamo convinti – continua la nota- che sia necessaria una corretta programmazione del reale fabbisogno di professionalità mediche che occorreranno alla nostra Regione nei prossimi decenni sia nel campo delle cure Primarie, che della specialistica ambulatoriale e ospedaliera. Considerato il fabbisogno formativo di 328 figure mediche per l’anno accademico 2013/14 e alla luce della drastica riduzione dei contratti Ministeriali per la formazione specialistica (3500 contratti finanziati a fronte di circa 9000 concorrenti), chiediamo il reperimento immediato di risorse per garantire, sin dal prossimo concorso, un adeguato numero di contratti regionali per la formazione medica, individuando, di concerto con il MIUR, idonei requisiti al fine di garantire la formazione dei giovani medici Sardi residenti. Proponiamo l’uso dei fondi comunitari, per reperire questi soldi come già hanno fatto altre regioni italiane.”

Tale situazione sarebbe aggravata, dal recente accordo sancito con la Delibera Regionale n. 49/32 che incrementa il monte orario dei medici titolari di Continuità Assistenziale da 24 a 38 ore settimanali. Una politica a detta dell’associazione, sbagliata perché non favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani medici, anzi lo  ostacola.

Non va meglio la situazione per i corsisti di medicina generale e gli specializzandi che si ritrovano a fine mese , con un compenso mensile di circa 800 euro lorde, senza alcuna tutela come la maternità e la malattia.


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