Cagliari, dolcetto o scherzetto? Verso il rischio di un venerdì di alcol e droghe nel centro della città, scatta l’allarme: “E’ necessario che i genitori siano presenti”.
“E’ del tutto evidente che il problema non è la movida o la mala-movida, perché in gioco non c’è la ricerca del divertimento, ma il bisogno di raggiungere velocemente l’eccitazione psichica, tramite alcol, droghe e risse”.
Che cosa intende?
“Lo stordimento da eccitazione – voluto e ricercato – per alcuni è il modo per sentirsi accettati dal gruppo dei pari, per molti altri serve ad evadere dalla realtà. E’ un modo per non pensare alla prigionia dei tanti pensieri negativi che rimbombano nella mente e che parlano la lingua della disperazione: fallimenti individuali, familiari, sociali, scolastici, con conseguente demotivazione ad impegnarsi nello studio, nello sport o nella musica”.Che cosa possono fare i genitori?
“Supervisionare a distanza i propri figli, frequentando le stesse aree in cui si trovano con gli amici. Una presenza discreta.
Concordare regole chiare. Ad esempio: L’orario di rientro a casa, per i ragazzi fino ai 15 anni, può essere fissato alle 21:30; per quelli di 16 e 17 anni alle 22:30.
Il messaggio deve essere chiaro: non si può ciondolare per la città senza meta sino a tarda notte. Infine, stabilire un meeting point: per il rientro a casa ci vediamo al centro di Cagliari alle ore 21.30. In questo modo c’è la possibilità di valutare lo stato psicofisico del ragazzo/a. Nel caso in cui il pernottamento avvenga a casa di amici, l’attività di controllo potrà essere svolta dai genitori del ragazzo o della ragazza che ospita”.
Perché parla di controllo?
“Perché è parte integrante dell’educazione.
Il controllo non è il nemico del dialogo, dell’empatia o della responsabilizzazione dei giovani”.










