Gutturu Mannu, la beffa del capanno negato: “La burocrazia blocca chi salva le persone”

“Una storia di ordinaria, ottusa burocrazia: una associazione chiede di poter realizzare un capanno, struttura utile non solo per il ricovero delle cose, ma che può anche salvare la vita alle persone, e l’intrico delle competenze per alcuni anni lo autorizza, poi con motivazioni pretestuose lo nega. Ciò che è normale nei luoghi dove funziona l’integrazione parco-territorio, in Sardegna può diventare terribilmente complicato”. Lo denuncia in una interrogazione il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.


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“Una storia di ordinaria, ottusa burocrazia: una associazione chiede di poter realizzare un capanno, struttura utile non solo per il ricovero delle cose, ma che può anche salvare la vita alle persone, e l’intrico delle competenze per alcuni anni lo autorizza, poi con motivazioni pretestuose lo nega. Ciò che è normale nei luoghi dove funziona l’integrazione parco-territorio, in Sardegna può diventare terribilmente complicato”. Lo denuncia in una interrogazione il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.

Ecco la vicenda:  una organizzazione venatoria l’anno scorso chiede di poter realizzare un capanno amovibile (fatto in legno e secondo le indicazioni fornite dall’amministrazione) in località “Canale di S.Antonio”, in un’area ricadente nel perimetro del Parco naturale di Gutturu Mannu. La richiesta viene respinta dall’agenzia Forestas, in contraddizione con quanto la stessa agenzia aveva fatto negli anni precedenti
Bisogna tenere presente che la legge istituiva del Parco di Gutturu Mannu (n. 20 del 24 ottobre 2017) prevede che il Piano del parco disciplina “…le tipologie costruttive e i materiali consentiti, le modalità di conservazione, ristrutturazione e manutenzione delle strutture e infrastrutture esistenti, le modalità delle attività produttive e compatibili con il parco” (art. 11, come 2, lett. c) in coerenza con il Piano paesaggistico regionale e il Piano di assetto idrogeologico.

La legge cioè non preclude affatto la realizzazione di manufatti, purché ovviamente rispondenti a determinate caratteristiche, stabilite dal Parco medesimo;

Cossa sottolinea come “la presenza di manufatti adeguati avrebbe una grande utilità all’interno del compendio del Parco, in quanto essi potrebbero fungere da veri e propri rifugi del tipo di quelli diffusi nelle montagne del continente per quanti (cacciatori, sportivi o semplici amanti della natura) potrebbero aver bisogno di riparo in occasione di repentini mutamenti delle condizioni meteo, o di bruschi cali delle temperature, o di interventi di primo soccorso, e finirebbero per incoraggiare la fruizione del Parco medesimo, già oggi oggetto di grande interesse da parte di turisti e residenti”. Peraltro, continua Cossa, “un atteggiamento di chiusura e ostilità da parte dell’amministrazione non favorisce certo l’accettazione del Parco da parte delle popolazioni interessate, che anzi lo percepiscono come fonte di nuove imposizioni e di nuova burocrazia, un ostacolo piuttosto che un veicolo di sviluppo economico e di diffusione  di una sana coscienza ambientale”.

Il consigliere regionale chiede dunque al Presidente della Regione e all’Assessore della Difesa dell’ambiente di intervenire per rimuovere gli ostacoli burocratici che impediscono una migliore e più agevole fruizione del Parco di Gutturu Mannu da parte delle diverse categorie di soggetti appassionati della natura e della vita all’aria aperta.


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