Graziano Mesina riavrà la pensione sociale, e a febbraio i giudici decidono sui suoi beni

L’ex primula rossa del banditismo sardo arrestato a Desulo dopo un anno e mezzo di latitanza. La pensione gli era stata sospesa quando si era reso latitante per sfuggire alla condanna confermata dalla Cassazione per associazione a delinquere e traffico di droga. Negati invece i 17 mesi di arretrato che aveva richiesto


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Graziano Mesina, il super latitante arrestato a dicembre in un casolare di Desulo dove per qualche mese ha goduto dell’ospitalità di una coppia del luogo, a partire dal prossimo 1 febbraio riceverà nuovamente la pensione sociale che gli era stata sospesa a luglio 2020, quando si era dato alla fuga dopo la condanna a 30 anni confermata dalla Cassazione per associazione a delinquere e traffico di droga. L’ex primula rossa ha chiesto anche gli arretrati, 17 mensilità, richiesta che è stata però respinta. L’ex primula rossa l’8 febbraio prossimo comparirà davanti al gip di Oristano, Serena Corrias, in occasione della prima udienza relativa all’istanza di dissequestro dei beni bloccati il 18 dicembre scorso, giorno in cui l’ex bandito oggi 79enne è stato arrestato a Desulo. I suoi avvocati, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, chiedono che all’ex primula rossa del banditismo sardo vengano restituiti gli effetti personali e 6mila euro in contanti che aveva nel portafoglio quando è stato catturato.

I coniugi che lo ospitavano, Antioco Gioi, allevatore di 56 anni, e sua moglie Basilia Puddu, 46, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e 1 un anno e 8 mesi con pena sospesa.


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