Gonnosfanadiga, il Comune sfratta i cani dal “Rifugio degli animali”: fuori 230 randagi

L’associazione capitanata da Caterina Uccheddu, volontaria conosciuta per il suo impegno nei confronti degli animali meno fortunati, ha ricevuto circa 10 giorni fa un’ordinanza di sgombero entro il 30 giugno. “Nel nostro rifugio al momento sono ospitati 230 cani, tanti anziani, tanti con patologie gravi”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Gonnosfanadiga, il Comune sfratta 230 cani dal “Rifugio Amici degli Animali”: corsa contro il tempo per acquistare un nuovo terreno e costruire un rifugio per ospitare i randagi di tutto il territorio.

L’associazione capitanata da Caterina Uccheddu, volontaria conosciuta per il suo impegno costante e incessante nei confronti degli animali meno fortunati, ha ricevuto circa 10 giorni fa un’ordinanza di sgombero entro il 30 giugno. “Nel nostro rifugio al momento sono ospitati 230 cani, tanti anziani, tanti con patologie gravi.

Da tempo – spiega la volontaria Giovanna Pescarmona – si lavorava in collaborazione con l’istituzione municipale e il nostro Ingegnere per regolarizzare la nostra situazione nel terreno in cui si trova il Rifugio ma, in seguito ad una pubblica denuncia nelle reti sociali e alle conseguenti ispezioni il Comune non ha potuto evitare di ricorrere all’ordinanza di sgombero.

Siamo veramente a pezzi e vi chiediamo di non lasciarci sole nel momento più buio della storia del nostro rifugio che opera fin dal 2006.

Ora abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi, dobbiamo subito lavorare su un terreno che siamo in fase di acquisto e realizzare le infrastrutture !!

Salveremo i nostri cani, lotteremo con tutte le forze per dare loro una nuova casa”.

Le sole entrate dell’associazione Odv a tutela degli animali sono il 5×1000 e le donazioni libere, che permettono di sostenere le spese correnti annuali di gestione del rifugio, quali cibo, medicinali, veterinarie e manutenzione delle strutture, “per cui ci siamo trovati nell’esigenza immediata di aprire raccolte fondi straordinarie destinate alla costruzione del nuovo rifugio. Sono giorni di corsa, di contrattazioni, di paura, ma anche di tanta determinazione, stiamo procedendo con l’acquisto del terreno, ma è privo di vincoli, quelli che purtroppo hanno compromesso l’utilizzo del terreno attuale”.

Oltre il costo del terreno, 12 mila euro più le spese notarili, si dovrà provvedere alla pulizia del fondo e alla realizzazione della recinzione.

La recinzione deve avere un cordolo in muratura, per evitare che i cani possano scappare, lo prevede la normativa, alta minimo 2 metri e mezzo. In contemporanea, “dovremmo eseguire le opere, scavi e cavi, per avere acqua ed energia elettrica.

Un costo elevato sarà sicuramente la realizzazione di tutto l’impianto di smaltimento reflui: la normativa prevede un pozzetto per box, con una fossa Imhoff.

Ci sono inoltre la costruzione dei box, dei paddok e delle strutture quali, ambulatorio, accoglienza, spogliatoi, cucine, spazi all’aperto.

Potete immaginare che i costi saranno davvero elevati. Per questo motivo, intendiamo partecipare anche a tutte le possibilità di finanziamento pubblico possibile. Questo naturalmente lo possiamo fare solo con il supporto del Comune di Gonnosfanadiga, che già nell’ordinanza di sgombero, dichiara di voler supportare l’associazione”.

Insomma, massima disponibilità anche da parte delle istituzioni per aiutare uno dei punti di riferimento più importanti di tutto il Medio Campidano che, da anni, lavora incessantemente per il bene degli amici a quattro zampe che casa non hanno ma che, con immenso amore, vengono quotidianamente curati e sfamati. La rigida burocrazia chiude un occhio nemmeno in questi casi: il rifugio deve essere dotato di ogni provvedimento che impone la normativa vigente e la missione è quella di realizzarlo entro pochi mesi.