Attivisti, antimilitaristi, sindacati di base. Si sono dati appuntamento, domani 1 novembre, a Teulada, per protestare contro quelli che definiscono “giochi di guerra”. Per manifestare contro “l’ennesima esercitazione militare che l’esercito italiano e della Nato senza vergogna ripeteranno sulla nostra terra sarda”. Da lunedì, infatti, e sino al 22 dicembre nel poligono sono programmate diverse esercitazioni militari. In Sardegna la presenza di servitù militari è del 70%.
Sarà una marcia in difesa della salute e dell’ambiente” dicono gli organizzatori. A Foras, uno dei movimenti per la chiusura delle basi militari in Sardegna annuncia la sua presenza: “Il poligono ospiterà battaglioni provenienti da diverse parti del mondo e continuerà per cinque giorni a settimana a sparare sulla costa e nelle colline del poligono, prima di una pausa per poi riprendere, dalla prima settimana del nuovo anno, incessantemente fino al 30 di maggio. Saremo lì domani a riprendere, fotografare questo scempio”.
Ci sarà anche la Confederazione Sindacale- CSS, Assotziu Consumadoris de Sardigna, Liberi Agricoltori Sardegna. “La manifestazione – spiegano in una nota -vedrà i partecipanti procedere in corteo pacificamente unitamente ai Movimenti, ai Sindacati di Base ed alla CSS a difesa della salute e dell’ambiente fortemente compromesso dai cingolati e dai proiettili e missili utilizzati per “i giochi” di guerra.”
“Per anni le popolazioni di Teulada e di Sant’Anna Arresi – prosegue la nota – hanno subito i bombardamenti e le incursioni militari con le promesse di lauti risarcimenti ed indennizzi che sono arrivati sempre molto in ritardo e che certo non compensano la perdita di territorio, le distruzioni di beni archeologici, delle colture, dei pascoli e della pesca. In molti si sono ammalati – denunciano – c’è un dato che dà la misura del disastro: nel tempo la presenza della base militare ha prodotto una drastica diminuzione della popolazione che abitava in questi paesi. Noi siamo qui per riaffermare che queste terre, questo mare e queste piagge meravigliose, occupate abusivamente dal Poligono, devono tornare ad essere libere e nella disponibilità di chi vi abita, che rivendica di poter lavorare e vivere in pace”.
E infine concludono: “Vogliamo che Teulada ed i paesi vicini ritornino a splendere e riprendano una economia stabile che consenta il ritorno dei nostri giovani, sparsi per l’Europa e per il mondo”.











