Giusi Cuccu ha 53 anni, e da quando ne ha trentasette lavora nel settore delle pulizie per l’agenzia regionale Laore. Ore e ore macinate tra stracci, strofinacci e secchi, che all’improvviso diminuiscono: “Dal primo agosto scorso, con il nuovo appalto prendiamo duecento euro in meno, da seicento a quattrocento. Per fortuna non vivo sola, sono sposata, sennò come farei? Molte mie colleghe, purtroppo, campano solo grazie a questo lavoro”. Meglio, non campano più, o comunque lo fanno dovendo tirare la cinghia sino a livelli assurdi.
“Come si fa a sopravvivere con quattrocento euro? Una volta che paghi le bollette sono finiti, non si può andare avanti così. Il contratto va rivisto”, dice, arrabbiata, la Cuccu, “devono esserci ridate le stesse ore di prima. Alla mia età è impensabile trovare un altro lavoro, non ci riescono neppure i giovani”.









