“I gay? Devono essere accettati anche a Cagliari, la chiesa cattolica non lo fa”

Tra Queeresima e Sardegna Pride 40 giorni di eventi, al fianco della comunità Lgbtq anche gli evangelici battisti. La pastora Elizabeth Green: “Noi siamo contro l’omofobia, la chiesa cattolica è in ritardo e deve ancora accettare certe diversità, anche quella sessuale”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA. Cosa ne pensate?


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di Paolo Rapeanu

Tra chi partecipa a Queeresima e Sardegna Pride c’è anche, in prima linea, la chiesa evangelica battista. In tutto il mondo si svolgono veglie ecumeniche “contro l’omofobia”, e così sarà anche a Cagliari. La pastora Elizabeth Green spiega che “una buona parte delle confessioni cristiane è a favore dei diritti gay, mentre alcune altre un po’ meno”. O non del tutto, come nel caso – almeno in quello generale – della chiesta cattolica: “C’è qualche parrocchia che accoglie”, ma la maggior parte no, “è legato a differenze dottrinali e motivi dogmatici, la chiesa cattolica non riesce ad accogliere pienamente la sessualità delle persone omosessuali. Altre chiese hanno già iniziato, da tempo, un grande percorso sui temi dell’accoglienza, dell’amore e della sessualità”, osserva la Green.
E, per quanto puntualizzi che “certe domande è meglio farle a un rappresentante della chiesa cattolica, per correttezza”, la pastora rimarca il fatto che “la pratica pastorale dei cattolici da un lato va verso l’accettazione e dall’altro, per via di una serie di dogmi, in un altro. La grande sfida che l’attende è cucire insieme le due cose, a favore della diversità del creato di Dio”.


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