Ganau: “Niente quorum ma la Sardegna ha risposto bene”

Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau interviene sui risultati del referendum contro le trivelle


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«Prendiamo atto del risultato non soddisfacente del referendum al quale abbiamo creduto, sapendo che era una battaglia impari che aveva più di un nemico: il tempo e l’astensione.»

Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau interviene sui risultati del referendum contro le trivelle.

«Si tratta della sconfitta di una battaglia che ha visto protagonisti i Consigli regionali che hanno costretto il Governo a ritornare indietro su cinque dei sei quesiti proposti. La mancata approvazione del referendum  – prosegue Ganau – porta oggi ad una situazione unica: nell’area delle 12 miglia è vietata ogni forma di intervento, ma chi ha le concessioni può mantenerle all’infinito (unico caso in Europa). Abbiamo portato avanti una lotta strategica senza alcuna demagogia, sostenuta da dati certi. Sapevamo che sarebbe stato difficile e ci siamo scontrati con la volontà precisa di non voler affrontare il tema, tanto da creare le condizioni perché meno elettori possibili fossero informati e potessero fare una scelta motivata. Sono d’accordo con il presidente del Consiglio dei Ministri – aggiunge Ganau – bisogna sedersi attorno ad un tavolo per ragionare insieme sullo sviluppo energetico del Paese, ma è necessario chiarire alcuni aspetti: è stata la più breve campagna elettorale della storia della Repubblica – sottolinea il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – data fissata il 15 febbraio per il 17 aprile. La consultazione referendaria poteva essere accorpata alle amministrative con una semplice legge. É stata dunque una scelta del Governo quella di non risparmiare oltre 300 milioni di euro – chiarisce ancora Ganau.

«L’invito all’astensionismo da parte del presidente Renzi favorisce un allontanamento della partecipazione che è la vera emergenza nel nostro Paese. Pensare che i Consigli regionali abbiano voluto proporre il referendum per mettere in difficoltà il Governo – sottolinea ancora il presidente Ganau – significa non tenere conto che la maggioranza delle Assemblee legislative, promotrici del referendum, è a guida centro sinistra e non hanno evidentemente alcun interesse a creare contrapposizioni strumentali».

Secondo il presidente del Consiglio regionale la consultazione referendaria è stata l’occasione per sollevare la discussione a tutto campo su un tema strategico per il Paese e sul futuro energetico dell’Italia, vero dato politico del referendum.

«Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Renzi – sottolinea Ganau – relativamente al mantenimento degli impegni verso una rapida transizione dalla dipendenza dei derivati fossili. Il voto in Sardegna, a differenza di quello che accade di solito – prosegue il presidente del Consiglio – è superiore alla media nazionale. Il 92,40% dei sardi hanno votato per il sì, a conferma che la materia non è loro certamente indifferente. Sono andati a votare 410 mila sardi, ossia il 53% dei votanti alle ultime elezioni regionali. Non tenere conto del loro parere sarebbe da irresponsabili. Mi sento impegnato in prima persona – conclude il presidente Ganau – a proseguire su una battaglia che garantisca un futuro senza petrolio, il più rapidamente possibile».