Anche la Camera dei deputati ha il suo presidente. Si tratta del leghista Lorenzo Fontana, eletto questa volta anche con i voti di Forza Italia ma in un clima da guerra fredda che nel centrodestra è esploso ieri, dopo giorni di tensione per le scelte sui prossimi ministri, quando sono mancati proprio i voti degli azzurri a Ignazio La Russa, presidente del Senato, eletto con 18 voti dell’opposizione. Caccia a chi è stato, naturalmente: primo sospettato il terzo polo, ma Renzi nega e anzi dice che se fossero stati loro lo avrebbe rivendicato con orgoglio. Al di là di chi è stato, il dato politico è che ieri il centrodestra ha dimostrato di avere già problemi al suo interno, ancor prima di iniziare la legislatura.
E sul banco di Berlusconi, unico di Forza Italia insieme a Casellati a votare La Russa, spunta un biglietto che sicuramente non contribuirà a rasserenare il clima. Scritto a mano di suo pugno, un elenco di aggettivi per definire il “comportamento di Giorgia Meloni: supponente, prepotente, arrogante e offensiva, con lei non si può andare d’accordo”.
Del resto, la vincitrice delle elezioni aveva messo da subito le cose in chiaro: il governo deve essere inattaccabile e di alto profilo. Partendo da questo presupposto, il no all’ingresso di Licia Ronzulli che ha scatenato la guerra fredda fra Berlusconi e Meloni: è lei al centro degli scontri e dei conflitti, perché Berlusconi la vuole a tutti i costi ministro, dicendo addirittura che sfiduciare lei è come sfiduciare lui, ma la leader di Fratelli d’Italia non ne vuole sapere di incoronare ministra la ex infermiera dalla stratosferica carriera politica.









