Fondazione antiusura a Cagliari, 74 pratiche istruite per oltre un milione di euro erogati solo nel 2020

Per il prossimo triennio si annuncia un lavoro particolarmente impegnativo per i volontari guidati da don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari e presidente della Fondazione. Infatti vanno moltiplicandosi con progressione aritmetica le richieste di aiuto che pervengono all’organismo diocesano. Nel corso del 2020 sono state 74 le pratiche istruite per un totale di oltre un milione 905mila euro erogati.


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Dopo approvazione da parte dell’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi si è insediato in questi giorni il nuovo consiglio direttivo della Fondazione antiusura Sant’Ignazio da Laconi, espressione diretta della Caritas diocesana di Cagliari. Per il prossimo triennio si annuncia un lavoro particolarmente impegnativo per i volontari guidati da don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari e presidente della Fondazione. Infatti vanno moltiplicandosi con progressione aritmetica le richieste di aiuto che pervengono all’organismo diocesano. Nel corso del 2020 sono state 74 le pratiche istruite per un totale di oltre un milione 905mila euro erogati, che ha sfiorato il tetto di spesa (circa due milioni di euro) del Fondo di garanzia.

Va precisato che, nello scorso mese di gennaio, sono pervenuti ulteriori fondi dalla Regione Sardegna, per un importo di 513mila euro che si sommano alle giacenze del Fondo di garanzia (il totale, pertanto, è salito a 2 milioni 529mila euro). L’operatività dell’anno 2020 è stata supportata dai fondi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite il dipartimento del Tesoro (238.535 euro per il 2020, 77.400 euro attraverso le riassegnazioni di competenza dell’anno 2019) che sono andati ad incremento dei fondi di garanzia depositati presso le tre banche convenzionate con la Fondazione (Banca Intesa Sanpaolo, Banco di Sardegna e Banca di Cagliari). La Diocesi ha disposto ulteriori fondi, pari a 90mila euro, destinati all’operatività della Fondazione antiusura per intervenire a supporto di quelle situazioni che, a causa di importi che sforano i tetti fissati dalle convenzioni bancarie, non potrebbero garantire la delibera favorevole di finanziamento.

«La Fondazione antiusura Sant’Ignazio da Laconi – sottolinea l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi – svolge da anni un’opera altamente meritoria, che nell’attuale crisi sociale, conseguente alla pandemia, diventa ancora più necessaria e profetica. La progressione del numero delle richieste di aiuto testimonia con chiarezza il dramma di tante persone e famiglie. Non possiamo non ribadire la costante condanna della Chiesa per una pratica vergognosa e crudele (S. Giovanni Crisostomo). Per San Girolamo non vi è differenza tra l’esigere interessi usurai e defraudare o rapinare il prossimo, mentre per San Basilio l’usura è l’inizio della menzogna. Non è in alcun modo accettabile che ci si arricchisca sulla povertà e miseria degli altri. Il contrasto all’usura è anche profezia e germe di una società che si fondi sul mutuo aiuto anche economico, nella quale la condivisione delle risorse impedisca situazioni di scandalosa povertà. L’istanza etica si fonda con la spinta all’edificazione di una società più giusta e solidale. Siamo grati alla Fondazione Sant’Ignazio da Laconi per l’impegno che esplica e ci auguriamo che non manchi l’aiuto di cui ha bisogno per continuare a venire incontro a quanti chiedono di uscire da un tunnel di vergogna e sfruttamento».

«La pandemia Covid ha aggravato enormemente una situazione che era di per sé complicata – sottolinea don Marco Lai – . Da anni una serie di indicatori segnalava i pericoli derivanti dalla crisi economica, peggiorata a causa delle restrizioni che continuano a mettere in grave difficoltà moltissimi imprenditori e lavoratori. Questo induce molte persone a rivolgersi alle banche o alle finanziarie, e talvolta, non avendo accesso al credito nemmeno per piccole somme, si vedono costrette a rivolgersi agli usurai, sempre pronti a calarsi come avvoltoi sulle vittime. È un fenomeno che affonda le radici nella storia, non a caso viene considerato peccato già nella Bibbia nell’Antico Testamento. Lo stesso Gesù Cristo ha accolto tra i suoi apostoli Levi, meglio noto come Matteo, di professione esattore delle tasse, che faceva parte di una categoria di persone che non godevano di buona stima, considerati gabellieri, approfittatori e usurai (non a caso San Matteo è il patrono delle Fondazioni Antiusura, ndr). Ciò significa che combattere questa disgustosa pratica fa parte del Dna di ogni cristiano, della storia della Chiesa fin dalle origini. Raddoppieremo gli sforzi e cercheremo di migliorare la comunicazione anche sul fronte della prevenzione».

La Fondazione fa parte della Consulta nazionale Antiusura e rientra nelle azioni di promozione umana sostenute dalla C.E.I. in seguito all’aggravarsi del fenomeno dell’usura, con l’intento in primo luogo di stare a fianco delle famiglie sovra indebitate e di conseguenza far emergere un reato spesso tenuto nell’ombra dalle stesse vittime. La Fondazione antiusura Sant’Ignazio da Laconi svolge un’azione di prevenzione, educativa e informativa per diffondere una cultura ispirata ai valori della solidarietà e sobrietà, per un corretto stile di vita ed un uso responsabile del denaro.

«Non ci limitiamo a istruire le pratiche – precisa il vicepresidente Bruno Loviselli – ma facciamo anche educazione finanziaria a favore degli utenti che si rivolgono a noi. Sono rappresentate un po’ tutte le categorie sociali, nell’ambito privato: degli imprenditori si interessano, secondo quanto stabilito dalla legge n. 108/1996, le Prefetture e i Confidi delle Associazioni di categoria. I casi sono tra i più disparati. Burocrazia, insensibilità e a volte immobilismo da parte delle varie istituzioni non contribuiscono di certo ad attenuare un fenomeno aggravato dall’attuale pandemia Covid. Moltissimi perdono la necessaria lucidità e rischiano di commettere errori che poi pagano a caro prezzo: spesso si affidano a consulenti di dubbia professionalità che allungano e peggiorano i tempi di pagamento delle somme dovute. In più, certi criteri esageratamente rigidi da parte del sistema bancario nell’erogazione del credito rischiano di travolgere le persone più fragili, che non necessariamente sono cattivi pagatori. La nostra Fondazione registra un 10% di sofferenze, di poco sotto la media nazionale. Gestiamo soldi pubblici, l’attenzione è massima. L’esperienza di diverse professionalità all’interno della nostra Fondazione ci permette di godere di notevole credibilità agli occhi delle banche che poi erogano i mutui».

La popolazione che si rivolge al Centro di ascolto della Fondazione è formata, per la maggior parte, dalle famiglie di lavoratori con reddito derivante dall’impiego dipendente, dai disoccupati, da persone messe in mobilità o sottoposte alla cassa integrazione guadagni, ma anche da licenziati, pensionati e coniugi separati. Sempre più spesso, la Fondazione incontra, ascolta e orienta le cosiddette ‘famiglie produttrici’, cioè quelle titolari di aziende a carattere familiare dove vi è coincidenza tra il patrimonio del nucleo familiare e l’attività economica stessa (negozi, piccoli esercizi, botteghe).

Un fenomeno che va assumendo proporzioni sempre più allarmanti è quello relativo al gioco d’azzardo, motivo di grave sovra-indebitamento dei soggetti economicamente e psicologicamente più deboli, una delle principali cause del ricorso al debito usurario. Per questo motivo la Fondazione è attiva sul fronte educativo negli istituti medio-superiori della Diocesi sui temi della prevenzione all’usura, educazione al buon utilizzo del denaro e finanza etica. In particolare con gli studenti, negli ultimi anni, si è affrontato il tema della legalità/illegalità del gioco d’azzardo attraverso un nuovo progetto dal titolo “Cagliari supera il GAP”, in continuità con il progetto “Rovinarsi è un gioco” e il progetto pluriennale “Facciamo i conti…?”, che tra il 2014 e il 2017 hanno coinvolto circa 5.000 giovani.

 


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