“E’ una legge marketing”, tanta forma ma (purtroppo) zero sostanza: la legge sul fine vita, sacrosanto diritto per chi è affetto da gravi e irreversibili patologie, su cui il consiglio regionale è impegnato da settimane, sarà impugnata dal governo dinanzi alla corte costituzionale. Che questo accada non ci sono dubbi: è già successo con la Toscana, prima regione a deliberare in materia, succederà con la Sardegna. Non essendoci una legge nazionale, le regioni non possono deliberare né legiferare in materia. E il centrodestra va all’attacco.
Ma pd e 5 stelle non vogliono sentire ragioni e tirano dritto, per una questione di forma più che di sostanza: hanno già detto più volte che la Sardegna sarà la seconda regione ad avere una legge sul fine vita, e che la legge sarà approvata prima della pausa estiva. Che poi venga impugnata, il che per l’attuale consiglio non sarebbe una novità anzi, che non sia applicabile e che resterà una medaglia al valore poco importa: si tira dritto. Puntando sul fatto che la Sardegna come regione a statuto speciale potrebbe avere corsie diverse.
Il centrodestra non è ovviamente d’accordo, contesta la perdita di tempo e risorse, e si dissocia da una legge che non condivide spesso anche nella sostanza.










