Ieri l’amara notizia, oggi lo sgomento degli amministratori: “Non discuto che il reddito di cittadinanza andasse riformato, ma ora queste famiglie verranno scaricate ai servizi sociali dei Comuni senza che il Governo abbia creato una alternativa concreta” esprime Efisio Demuru, PD di Capoterra. Graziano Milia, sindaco di Quartu Sant’Elena: “Si tratta di una grave scorrettezza ai danni dei Comuni e dei servizi sociali che non hanno né mezzi né risorse per arginare le istanze dei tanti disagiati che si rivolgeranno ai nostri uffici”.
Poche e semplici parole hanno decretato la fine degli aiuti che, da anni, venivano erogati dall’Inps sotto forma di un contributo economico al fine di agevolare le famiglie in difficoltà. Tante le lacune su questa novità introdotta dal primo governo Conte e fortemente voluta dai 5 Stelle che, esultanti, avevano festeggiato per il traguardo raggiunto. Un’opportunità che, forse, è stata sfruttata male in quanto ai fondi erogati mensilmente si sarebbe dovuto affrontare un percorso ai fini lavorativi. Ma navigator e centri per l’impiego hanno riscontrato non poche difficoltà e oggi sono veramente in pochi ad aver trovato il tanto e atteso impiego. “Per loro agosto passerà senza sostegno, la colpa è quella di essere poveri” spiega Demuru. “Una macelleria sociale”. È una cosa assurda e vergognosa farla a fine luglio senza che i Comuni e i centri per l’impiego possano avere strumenti alternativi, si lasciano queste famiglie allo sbando”. Stessa comunicazione è giunta dal primo cittadino Milia: “Domanda RdC sospesa. Con questo stringato messaggio inviato via sms, l’Inps comunica ai percettori del reddito di cittadinanza la sospensione del sussidio “in attesa di eventuale presa in carico da parte dei Servizi Sociali”. In buona sostanza si sta scaricando sulle spalle dei Comuni l’onere e la complessità di un problema che in taluni casi, ad esempio, andrebbe gestito attraverso la progettualità de Centri per l’impiego e comunque nello spirito di una leale e fattiva collaborazione fra livelli locali ed enti sovraordinati. Si tratta quindi di una grave scorrettezza ai danni dei Comuni e dei servizi sociali che non hanno né mezzi né risorse per arginare le istanze dei tanti disagiati che si rivolgeranno ai nostri uffici. Auspichiamo che ci sia un cambio di passo verso il superamento di queste posizioni che mettono in difficoltà gli enti locali ma soprattutto creano smarrimento in alcune categorie di cittadini che di tutto hanno bisogno fuorché di questo”.










