Esplode la variante inglese, negli ultimi giorni oltre 300 casi nel cagliaritano

“Non c’è l’incremento dei ricoveri”, dichiara Coghe, direttore del Laboratorio Analisi del Policlinico, “si riesce a contenere meglio il fenomeno con le cure domiciliari, anche perché colpisce i giovani che hanno meno comorbilità. A fare oltre mille morti in Sardegna è stata la variante spagnola”


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Oltre 300 caso di variante inglese del Covid nel cagliaritano. I numeri forniti da Nando Coghe, direttore del Laboratorio Analisi Chimico Cliniche e Microbiologia del Policlinico di Monserrato. “Nell’ultimo mese abbiamo individuato 414 casi di variante inglese, ma nell’ultimo periodo il dato è cresciuto. C’è un abbassamento dell’età dei contagi che dipende dalle abitudini di vita e dalla maggiore imprudenza che le fasce di età più giovani, mentre gli anziani sono più solerti.

Per sconfiggere il virus ora serve vaccinare celermente più persone possibili nel mondo. Ma serve una politica degli stati che non abbandoni i paesi più poveri, perché c’è il rischio che nei paesi non immunizzati possano esplodere varianti del virus molto aggressive”.

Coghe ha sottolineato il ruolo della variante spagnola “che nella seconda ondata ha fatto una strage in Sardegna, danni più gravi rispetto alla prima ondata. Ora con la variante inglese non assistiamo a un incremento dei ricoveri, si riesce a contenere meglio il fenomeno con le cure domiciliari, perché il virus ha una patogenicità inferiore rispetto alla precedente, anche perché colpisce i giovani che hanno meno comorbilità. La situazione resta preoccupante, ma meno drammatica”.

Risentite qui l’intervista a Nando Coghe del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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