Il settore dell’edilizia in Sardegna si trova in una situazione drammatica. Secondo i dati del rapporto annuale del Cna sul mercato delle costruzioni, gli investimenti sono crollati del 3,5 per cento, e il volume d’affari del 2,5 per cento. E nel primo trimestre del 2013 gli occupati sono diminuiti del 14 per cento. Qualche piccola ripresa è prevista per le province di Sassari, Nuoro e Ogliastra. Stabile la situazione di Cagliari, mentre è previsto un crollo per le province di Olbia Tempio, Medio Campidano e Carbonia Iglesias.
Secondo il segretario regionale del Cna, Francesco Porcu e il presidente dell’organizzazione di categoria, Mauro Zanda, “c’è stato qualche timido segnale di intervento da parte del governo, ma il problema è il totale immobilismo e disinteresse da parte della Regione”. In crisi anche il comparto immobiliare, che nel 2012 e’ crollato del 23 per cento per le abitazioni, e del 19 per cento per gli immobili non residenziali. Allarme anche nel settore dei crediti: nei primi tre mesi del 2013 i mutui concessi a chi voleva comprare casa sono crollati del 65 per cento, dell’88 per cento i finanziamenti per le nuove costruzioni.
“Da tempo – spiega Porcu – sosteniamo che la fase recessiva si supera solo attraverso politiche pubbliche che rimettano in moto la domanda. Per far questo occorre rilanciare le opere infrastrutturali e soprattutto quelle per la manutenzione del territorio, puntando alla riqualificazione e all’ottimizzazione energetica del patrimonio edilizio, a partire dalle scuole e dagli edifici pubblici”. Secondo Zanda, nell’isola c’è un totale “vuoto di iniziativa. Non sono stati realizzati la centrale unica di pagamento né l’osservatorio degli appalti pubblici in raccordo con il sistema delle autonomie locali – conclude il presidente regionale della Cna – né tantomeno il piano straordinario per le opere pubbliche e i piccoli cantieri immediatamente cantierabili”.