Droghe, gli studenti sardi tra i maggiori fumatori di canne?

I dati scaturiti da un’indagine dell’istituto clinico di Pisa, che ha posizionato la Sardegna tra i vertici nazionali


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Lo spinello piace. Forse fa tendenza anche il rito che induce alla sua preparazione, arrotolandolo, per poi fumarlo e via. Piacerebbe soprattutto ai giovani studenti sardi. Ciò secondo un’indagine dell’istituto clinico di Pisa che ha posizionato la Sardegna tra i vertici nazionali. Significa che nella nostra isola si consumerebbero più “canne” che altrove…

Per altrove, secondo gli analisti, s’intende il

Belpaese nel quale la Sardegna sarebbe (il condizionale è d’obbligo) il territorio dove si farebbe più uso di cannabis. Ma attenzione: in base al campione di persone intervistate: gli studenti delle scuole superiori. E allora sorge spontaneo chiederci dove e quali sarebbero le droghe più consumate? 

Offriamo un identikit del “fenomeno” e dei consumatori: a far uso di  droghe sarebbero non tutti i giovani a quelli d’età compresa tra i 15 e i 19 anni. Di essi, il 4% fa uso di cocaina, il 32% di cannabis, il 12% di droghe cosiddette sintetiche, l’1,5% di eroina.  

Dati che, secondo il quotidiano l’Unione Sarda di oggi provengono dallo “Studio dell’istituto di Fisiologia Clinica di Pisa che ha coinvolto” un campione di “30 mila studenti italiani”. Numeri che – si racconta sui media – sarebbero in aumento e che però, per la Polizia, almeno nel “caso-Cagliari”, non sarebbero certo allarmanti se rapportati ad altre realtà nazionali. 

Insomma, uno studio, quello dell’istituto clinico pisano che apre un dibattito. Ma, considerato il numero delle persone intervistate, non offre un quadro effettivo del fenomeno droghe a Cagliari così come altrove. Chi fa uso di coca o eroina non è propenso ad essere intervistato, seppure in modo anonimo. E di certo, a usar certe droghe pesanti o a iniettarsele in vena, non sono soprattutto giovani studenti d’età compresa tra i 15 e i 19 anni. 

Le processioni di persone che si bucano ad esempio tra i vecchi fortini di guerra del Colle San Michele, spinello in bocca e siringa in mano, sono composte da ragazzi cresciutelli che non vanno a scuola. Giusto per fare un esempio in salsa cagliaritana. Gli amici analisti  forse non lo sanno. E comunque l’attendibilità di uno studio su quei fenomeni viziosi e di tendenze che riguardano anche la reputazione di una regione come la nostra, potrebbe essere facilmente contestata. O forse no? 

 


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